Ormai siamo arrivati alla fine di questa stagione. Purtroppo la sconfitta di Domenica sera scorsa rappresenta un brutto appesantimento nella lotta per il campionato. La settimana che ci stiamo lasciando alle spalle è stata caratterizzata dai notevoli rimpianti per il mancato successo contro i blucerchiati, dalle accuse, FONDATISSIME, rivolte all'arbitro Damato, suffragate da un vecchio articolo apparso su Repubblica e ripreso da "Te la do io Tokyo" nel quale, nel 2002, l'allora giovane arbitro barlettano ammetteva il suo tifo per l'Inter e la sua passione per Antonio Cassano: i fatti gli hanno permesso di veder vincere il suo idolo all'Olimpico e, contemporaneamente, restituire la vetta alla sua Inter. Questo blog non sposerà mai l'ipotesi che vuole la designazione di Damato pilotata da Collina per consegnare il quinto scudetto filato all'Inter, magari nella logica di un ringraziamento da parte del designatore per l'immediata nomina (al costo di 500mila € annui) al suo attuale ruolo, immediatamente dopo Calciopoli, con nuovi e ben saldi poteri. Questo Blog dice no a queste ipotesi complottarde, mai suffragate da fatti provati, se si eccettua il ciclone Calciopoli. Purtroppo, se è vero come è vero, che non esistono prove di una volontà di regalare lo scudetto a prescindere all'Inter, è anche vero che non esistono prove che neghino la presenza di questo disegno: proprio l'impossibilità di escludere una sorta di eterodirezione ha spinto molti tifosi romanisti a un'aggregazione nel nome della LUPA. Nata da Facebook e ben veicolata dalle radio, specialmente Centro Suono Sport e Rete Sport, si è deciso di dar vita a un sit-in PACIFICO E NON VIOLENTO previsto per Venerdì 30 Aprile 2010 alle ore 10,30 a Via Allegri, con lo scopo di pretendere e ottenre la regolarità assoluta del finale di stagione: purtroppo un piccolo vizio di mancanza di responsabile che chiedesse l'autorizzazione alla Questura ha fatto saltare tutto. Sinceramente, ricordando i ben più gravi precedenti inscenati dagli Irriducibili della Lazio nel Maggio del 2000, questo blog si era convinto che potesse essere, la succitata manifestazione, un buon veicolo per restituire giustizia e credibilità al patrio calcio, scopo che, allo stato attuale, si otterrebbe SOLO con lo scudetto cucito sulle maglie della Roma, foss'anche attraverso sesquipedali e marchiani furti ai danni dell'Inter. Ma, purtroppo, stiamo nel campo dei sogni, i sogni di giustizia, invece la realtà ci racconterà di un anticipo tra Parma e Roma alle 18.00 del Sabato (Ma non c'era la regola in base alla quale nelle ultime quattro giornate non si sarebbero dovuti disputare nè anticipi nè posticipi?) e del posticipo tra la Lazio e l'Inter alle 20,45 della domenica, con entrambe le compagine edotte circa il risultato finale delle loro dirette contendenti. C'è la QUASI certezza di una Lazio pronta a non impegnarsi nella lotta contro i milanesi, che, per la cronaca, nel frattempo hanno eliminato il Barcellona e sono approdati alla finale di Champions League contro il Bayern Monaco prevista per Sabato 22 Maggio alle ore 21.00 (Chapeau)
La memoria del match di Sabato ci porta indietro di dodici anni: era il Dicembre del 1997 e la Roma del Boemo muoveva i primi passi, esprimendo un giuoco che incantava l'Italia e che a Roma mai s'era visto: di fronte c'era il Parma dei debiti e della finanza creativa di Callisto Tanzi, costruito coi soldi truffati a ignari piccoli investitori. Buffon, Cannavaro, Thuram, Dino Baggio, Blosqui, Crespo, Chiesa costituivano l'ossatura di una delle più clamorose incompiute del calcio italiano: quel giorno allo stadio Ennio Tardini scese in campo una Roma impressionante che, con un uno due formidabile firmato Totti-Paulo Sergio, regolò la pratica, portandosi a casa tre preziosissimi punti in vista del traguardo finale, un insperato quarto posto, sopra persino la Lazio di quel Cragnotti che, con gli stessi mezzucci di Tanzi, aveva costruito una squadra grande.
La memoria del match di Sabato ci porta indietro di dodici anni: era il Dicembre del 1997 e la Roma del Boemo muoveva i primi passi, esprimendo un giuoco che incantava l'Italia e che a Roma mai s'era visto: di fronte c'era il Parma dei debiti e della finanza creativa di Callisto Tanzi, costruito coi soldi truffati a ignari piccoli investitori. Buffon, Cannavaro, Thuram, Dino Baggio, Blosqui, Crespo, Chiesa costituivano l'ossatura di una delle più clamorose incompiute del calcio italiano: quel giorno allo stadio Ennio Tardini scese in campo una Roma impressionante che, con un uno due formidabile firmato Totti-Paulo Sergio, regolò la pratica, portandosi a casa tre preziosissimi punti in vista del traguardo finale, un insperato quarto posto, sopra persino la Lazio di quel Cragnotti che, con gli stessi mezzucci di Tanzi, aveva costruito una squadra grande.

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