domenica 28 marzo 2010

Roma-Inter 2-1. Olè!

E alla fine il vecchio Ranieri incarta la sfida dell’anno all’odiato Mourinho e riapre un campionato che la sua Roma può vincere clamorosamente quanto meritatamente, anche se un palo di Milito al 50’ ha visto l’Inter a un nulla dal pareggio. Merita il successo la squadra giallorossa che vince la sfida in mezzo al campo, lì dove Ranieri schiera i suoi meglio, con Menez più utile anche in copertura e girando meglio uomini e posizioni nei momenti di difficoltà, specie quando con De Rossi acciaccato deve uscire e bisogna ridisegnare la linea, inserendo nel finale anche quel Totti che può diventare la ciliegina sulla torta di questo appassionante sprint per lo scudetto. E se la Roma ritrova pedine fondamentali, come quel Toni decisivo e che sente aria di Mondiale (anche se Lippi non c’è in tribuna), l’Inter perde pezzi. L’eccesso di nervosismo porta 7 ammoniti e di questi Maicon, Lucio, Zanetti ed Eto’o salteranno per squalifica la prossima gara col Bologna a San Siro. La Roma tiene bassi Pizarro e De Rossi per non lasciare spazi a Sneijder. Per cui le cose più interessanti si vedono sulla fascia dove si affrontano Maicon e Riise: prendono palla all’avversario e ripartono entrambi con progressioni che esaltano lo spettacolo e il pubblico. Nella terza linea interista Lucio e Samuel giocano d’anticipo e chiudono ogni spazio in mezzo. E così Vucinic per trovare spazi agisce per vie esterne e quando arriva sul fondo a destra crea problemi: sarà una delle chiavi tattiche più importanti.Con situazioni così bloccate, logico sia un calcio piazzato a fare la differenza. E così accade che su una punizione della trequarti Burdisso, sul secondo palo, salta più alto di tutti, Julio Cesar compie una mezza papera non bloccando e De Rossi ci mette tutto il suo peso fisico per sbriciolare il muro di Samuel che cerca di proteggere il pallone che il portiere brasiliano non abbranca. Poche reazioni dell’Inter che non riesce ad avvicinarsi all’area romanista, grazie al filtro in mediana giallorosso. È più pericolosa la Roma con un tiro e una punizione di Vucinic e un’altra di Riise che sibila sul palo più lontano. Mirko è protagonista di un cordiale battibecco con Mourinho nel quale un labiale inequivocabile (che c.... dici) viene smorzato da una stretta di mano col loquace tecnico portoghese. Quasi in chiusura di tempo una traversa colpita da Samuel, in splendida elevazione su calcio d’angolo di Sneijder, ti fa capire che anche nelle giornate no, l’Inter è comunque pericolosa. Diverso l’atteggiamento dei nerazzurri nella ripresa. Più reattività in mezzo e attaccanti finalmente più vivaci negli spazi. E così Eto’o lancia in profondità Milito la cui girata di destro scheggia l’incrocio dei pali. Poi è Sneijder a impegnare Julio Sergio, più reattivo e pronto del suo più famoso collega e connazionale. Ma in assoluto ora l’Inter è aggressiva e pressa alto. La Roma non molla, comunque, e si rende pericolosa specie con la testa di Toni. Mou gioca il tutto per tutto inserendo Pandev per lo spento Stankovic e ridisegnando un 4-2-1-3 con Sneijder alle spalle del pesantissimo tridente Pandev-Milito-Eto’o. Inter che alza il baricentro e costringe la Roma a rinculare. E proprio su’azione tambureggiante, di tipo rugbistico, la capolista trova il pari con Sneijder che crossa dal fondo per il puntualissimo Milito. Peccato che nella stessa azione Pandev gioca la palla in netto fuorigioco. L’assistente Lanciano toppa completamente e ripete l’errore poco dopo ed è Julio Sergio a uscire bene sui piedi sempre di Milito, che altrimenti avrebbe chiuso il campionato con uno strascico di polemiche enormi. Ma quando la partita sembra prendere una brutta piega Taddei, appena entrato, effettua un tiro cross sul quale Toni è abile a sfruttare forse l’unico errore di Lucio: controllo e destro all’angolo. Partita decisa così. Dal quarto d’ora si scalda Totti e sale il boato dell’Olimpico, bella la stretta di mano con Mourinho. E quando Francesco entra per Vucinic nel finale lo stadio è un tripudio. Il capitano vero non vuol perdersi la festa. E si sacrifica in mezzo al campo facendo da regista e giocando qualche pallone di gran classe, che contribuisce a tenere l’Inter lontana dalla propria area. Finisce col brivido-palo Milito. In tribuna c’è il designatore Collina che col suo occhio non avrà avuto bisogno del replay sul display che ha davanti per rendersi conto degli errori di Lanciano e anche quelli di Morganti che nel finale ammonisce per simulazione Brighi, quando Julio Cesar in uscita gli tocca un piede e sarebbe rigore. E non espelle Chivu che affonda i tacchetti volontariamente sulla coscia di Toni. Ma per Luca quella "griffe" non brucia: c’è uno scudetto da vincere. E per lui sarebbe il primo. Tra l’altro grazie al vantaggio negli scontri diretti alla Roma basta arrivare a pari punti con i nerazzurri per soffiargli il tricolore.




venerdì 26 marzo 2010

Roma-Inter. L'arbitro.

Emidio Morganti da Ascoli Piceno. (23 Luglio 1966). Esordio in Serie A nel 2001 (Lecce-Fiorentina), nel 2006 è conivolto in Calciopoli, ma ne esce completamente scagionato.
E' un arbitro tradizionalmente sfortunato con la Roma: ce lo ricordiamo per l'ultimo precedente in campionato, prima giornata d'andata, quando non espulse Biava per fallo su Taddei e poi il Genoa ci battè proprio per un goal di Biava. Non solo, ma anche l'anno scorso sono stati particolarmente infelici gli incroci Morganti-Roma: il derby di ritorno perso 4-2 e con le espulsioni di Mexes, Panucci e Spalletti, oppure la sconfitta 3-0 di Bergamo contro l'Atalanta, allorquando cacciò Simoncino Perrotta, o ancora la vittoria di Verona col Chievo, contraddistinta anch'essa dal rosso per Matteo Brighi. Anche l'ultimo precedente ha una macchia: 12 Gennaio 2010, ottavi di finale secchi di Coppa Italia, Roma-Triestina 3-1, partita sbloccata dai rosso-alabardati grazie a un rigore generosissimo accordato dal nostro.
Voci di corridoio sostengono che sia un tifoso laziale dichiarato!
Speriamo bene!


Roma-Inter. Il precedente.

Dopo nemmeno 72 ore la Roma torna in campo per un ennesimo turno di campionato. E' il big match di giornata e, forse, di campionato: ricordando come eravamo partiti, chi se lo sarebbe mai aspettato? In questi due giorni abbiamo registrato l'ennesimo litigio tra Mourinho e Balotelli, e, per effetto di trascinamento, anche col resto della squadra nerazzurra, palesemente indispettita per il tifo "ostentato" di Supermario per il Milan. Sul fronte Roma registriamo il probabile rientro di Totti, convocato dopo oltre un mese d'assenza, e le parole di Ranieri che ha annunciato come non considererebbe disdicevole un pareggio. Intanto la Juventus è andata a prendere l'ennesima sveglia, questa volta a Napule, 3-1, dicendo quasi di fatto addio ai sogni Champions, a vantaggio di una tra Palermo e Sampdoria.
La sfida di domani pomeriggio alle 18.00 è di quelle che la Roma non affrontava dal Maggio 2001, anche se allora eravamo noi la lepre, sfida del tutto inedita contro i nerazzurri, almeno a questo punto della stagione e con in palio una posta così alta (per i posteri l'Inter è prima a 63 punti la Roma seconda, insieme al Milan, con 59!); fatto stà che la memoria non può non tornare indietro di 23 anni: era il 1987 e mancavano undici giornate alla fine di una stagione che avrebbe visto la Roma finire settima a 33 punti, a nove punti dal Napoli campione e a meno cinque dall'Inter terza (All'epoca le vittorie valevano due punti e le giornate erano 30). Quel pomeriggio scese in campo una Lupa famelica che avrebbe fatto un sol boccone del biscione targato Pellegrini: infatti le sarebbe bastato un solo morso per avere la meglio dell'Inter portando a casa un match combattuto e deliziosamente teso. Il morso fu dato dalla meteora danese, sempre troppo sotovalutata, Klaus Bergreen, lesto ad infilare di testa un delizioso cross di Manuel Gerolin.


giovedì 25 marzo 2010

Bologna-Roma 0-2. Olè!

La Roma infila il ventesimo risultato utile consecutivo, seconda vittoria di fila, battendo 2-0 il Bologna al Dall'Ara. Goleador della serata Riise, che devia in maniera decisiva un tiro dalla lunga distanza di De Rossi, al 3' della ripresa e Baptista, che sfrutta al meglio un assist di Cerci al 37'. Un risultato pesantissimo, che mantiene invariata la distanza dall'Inter (la capolista resta a +4), ma consente alla Roma di agganciare il Milan fermato a Parma, a tre giorni dalla sfida casalinga contro i nerazzurri. Uno squalificato per parte (Britos e Juan ),più Totti ancora out, ma per la sfida di sabato con l'Inter ce la dovrebbe fare. Per il resto il Bologna sceglie la via del turnover, trattenendo Guana, Adailton e Di Vaio in panca, mentre Mingazzini e la coppia uruguaiana Zalayeta-Gimenez trovano spazio fra i titolari. La Roma risponde con un 4-3-1-2 con Taddei in campo e Perrotta in panca, e il trio Menez-Vucinic-Toni davanti. Parte meglio la Roma, che nella prima mezz'ora accumula un rosario di occasioni (mancate): già dopo 25 secondi De Rossi arma il destro di Menez, con Viviano costretto alle deviazione disperata di piede. Al 12' Toni si trova tutto solo vicino all'area piccola, ma il suo colpo di testa, poco convinto e troppo centrale, viene parato dal portiere rossoblu. Due minuti dopo Gimenez salta più alto di Riise ma di testa manda fuori. Insistono i giallorossi: al 21' Portanova frana scompostamente su Toni in area. L'attaccante cade, il pallone finisce a Menez che batte a rete: Viviano si tuffa e devia in angolo. Ancora Toni al 29' impegna il numero uno emiliano, poi qualcosa si inceppa nel meccanismo della squadra di Ranieri. Il campanello d'allarme suona al 31'. Gimenez arriva sotto rete, in posizione angolata: Julio Sergio, al primo intervento, devia in angolo. Nell'ultimo quarto d'ora del primo tempo cresce il Bologna, in grande condizione fisica: la sua aggressività mette in difficoltà i giallorossi, che non riescono più a far prevalere le loro migliori qualità tecniche. I rossblu spingono, arrivano spesso al limite, ma non riescono a costruire limpide occasioni da rete. La Roma risponde votandosi al contenimento o poco più, ma di fatto subisce l'iniziativa dei padroni di casa senza più riuscire a graffiare. La ripresa si apre col vantaggio della Roma: al 3' De Rossi scaglia un destro dalla distanza, Riise ci mette la punta del piede provocando una deviazione decisiva nella traiettoria del pallone: è l'1-0 a favore della Roma. Il Bologna reagisce con foga, ma stavolta i giallorossi non perdono lucidità e tengono in pugno la gara, dimostrando di saperla controllare senza affanno. Colomba decide allora di cambiare: fuori Zalayeta e Gimenez, dentro Di Vaio e Adailton, autori finora di nove gol a testa. Al 19' Modesto manca l'impatto col pallone in piena area, un minuto dopo Ranieri si gioca la carta Baptista (al posto di Vucinic ) e al 26' Cerci dà il cambio a Menez. Nel frattempo però non succede un granché: la nuova coppia d'attacco bolognese fa grande movimento ma non impensierisce Julio Sergio, che trascorre una serata praticamente inoperosa. Ci prova ancora Mudingayi dalla distanza, il Bologna non si arrende ma quando la Roma gioca da Roma non ce n'è per nessuno. Tanto che i giallorossi trovano anche il raddoppio, confezionato dalla coppia neo-entrata: al 37' assist di Cerci e Baptista infila Viviano con un destro in corsa. In attesa della sfida di sabato con l'Inter, che ora ha un sapore davvero speciale.




Ora manchi solo tu...


lunedì 22 marzo 2010

Bologna-Roma. L'arbitro.

Antonio Damato (Barletta, 15 Agosto 1972). Arbtro giovane, delle nuove leve del dopo Calciopoli, fu fatto esrodire in Serie "A" nel Dicembre del 2006, match Catania-Udinese 1-0.

L'ultimo precedente, in trasferta anch'esso, risale a Domenica 13 Dicembre 2009 allorquando, reduci dal derby vinto grazie alla marcatura di Cassetti, impattammo zero a zero contro la Sampdoria. Nota di merito: è stato l'arbitro dell'esordio vincente di Ranieri sulla panchina della Roma allorquando, era il 13 Settembre 2009 (Esattamente tre mesi prima della sfida contro la Sampdoria dell'ex Del Neri) regolammo il Siena per 2-1 in Toscana grazie alle marcature di Mexes e Riise, a ribaltare l'iniziale vantaggio siglato Maccarone.


Bologna-Roma. Il precedente.

Ultimo turno infrasettimanale di campionato. La Roma, reduce dalla sonante vittoria di Sabato scorso contro l'Udinese, è di scena al Renato dall'Ara di Bologna, contro i felsinei non completamente salvi dopo la sconfitta patita in Toscana contro il disperato Siena. Il weekend che siamo lasciati alle spalle ha visto:
la (Forse) definitiva uscita discena della Juventus dalla corsa per un posto in Champions League, stante la sconfitta di Genova contro la Sampdoria.
Il mancato sorpasso del Milan ai danni dell'Inter, con le distanze tra le due milanesi invariate, e con la nostra amata Roma che, invece, ha recuperato due punti su entrambe, trovandosi a meno quattro dai nerazzurri capofila a 60 punti, e a meno tre dai cugini rossoneri secondi a 59 punti.
In coda importante la strana vittoria della Lazio a Cagliari, contro il team rossoblu stranamente remissivo e, quella netta, del Siena contro il Bologna: risultato che tiene in vita i toscani, ora non più ultimi, avendo scavalcato il Livorno sconfitto nettamente a Bergamo dall'Atalanta. Intanto iniziano a fioccare i risultati "sospetti": da registrare i due uno a uno di Bari (Bari-Parma) e Verona (Chievo- Catania).
Per tutta la serie "A" comunque non c'è tempo per rifiatare, visto che Mercoledì 24 Marzo 2010 si torna in campo: la memoria giallorossa ci riporta indietro di più di trent'anni allorquando la derelitta ultima Roma di Anzalone si recò ai piedi di San Luca per la diciannovesima giornata del massimo trofeo calcistico nazionale. Quello che và in scena Domenica 18 Febbraio 1979 è un autentico scontro salvezza tra noi, con all'attivo solo 15 punti in diciotto giornate e loro, penultimi a 11 punti. Il tabellino racconterà di una Roma volitiva a inizio match, con un primo tempo terminato 2-0 per noi grazie ai goals di Pruzzo al 22' e Di Bartolomei sei minuti dopo, e di un secondo tempo più guardingo per gli uomini di Valcareggi, ma anche di un risultato finale che dirà Bologna 1 Roma 2, grazie al goal rossoblu di Cresci all'82esimo. Arbitro dell'incontro (Evidentemente vitale per il campionato) il Sig. Casarin di Milano


domenica 21 marzo 2010

Roma-Udinese 4-2. Olè!

La Roma soffre, ma vince - qualità propria delle grandi squadre -, piega 4-2 una bella Udinese e rilancia la sfida all’Inter, ora a -4. Prova di cuore e di sostanza dei giallorossi, che non potendosela giocare alla pari dell’Udinese sul piano della manovra, per le tante assenze, hanno aspettato il momento giusto per far esprimere, e colpire, i suoi attaccanti. Qui Vucinic ha fatto la parte del leone, con una tripletta, che ha tolto le castagne dal fuoco dopo che i bianconeri di Marino erano riusciti a pareggiare. Adesso, in attesa di Milan-Napoli di domani, la sfida scudetto si fa incandescente. Ranieri, senza De Rossi, Mexes, Pizarro, Taddei, squalificati, e il lungodegente Totti, sceglie Cassetti a destra, con un rombo a centrocampo che ha Menez vertice avanzato dietro le due punte Toni-Vucinic. L’Udinese inizia con Pasquale a sinistra e Coda in panchina, e piazza Sanchez nel tridente con Di Natale e Floro Flores. I bianconeri mostrano personalità in avvio, cercano i lanci in profondità e fanno soffrire la Roma, il cui centrocampo è in affanno. Di Natale, Sammarco, Isla e Sanchez si muovono bene e legittimano il predominio dei friulani nei primi 15’, mentre la Roma evidenzia i preventivabili limiti di manovra. L’Udinese gioca, la Roma segna; i bianconeri mostrano un gioco arioso e gradevole, ma improduttivo, i giallorossi colpiscono con cinismo, sfruttando la grande freddezza delle sue punte. La gara si sblocca grazie a Toni, che al 15’ addomestica un pallone non facile, si gira e trova l’angolino basso sulla destra di Handanovic, forse in ritardo sulla conclusione. Sammarco, ben servito in area tira malissimo e poco dopo arriva il raddoppio della Roma: su contropiede, Vucinic è lanciato impeccabilmente verso la porta, controlla bene, elude la guardia di Zapata e segna con un bel tiro a rientrare. Il 2-0 al 24’ punisce eccessivamente l’Udinese, che si riorganizza e accorcia le distanze. Le serve un rigore per riuscirci, al 38’, segnato da di Natale e concesso dall’arbitro per una trattenuta di Brighi su Sammarco, che però pare iniziare fuori area. La gara resta aperta, con i friulani che prediligono la corsia di destra per attaccare, mentre la Roma si affida sopratutto all’estro delle sue punte cui chiede di fare la differenza. La cosa riesce in una ripresa che si apre con un lampo di Menez, che abbaglia l’Olimpico: scatto sulla fascia, Lukovic liquidato, ma conclusione sbagliata, a fil di palo, quando ormai è a tu per tu con Handanovic. Gol mancato, gol subito: dopo un paio di tiri rimpallati di Di Natale e Sammarco, serviti su azioni in fotocopia dalla destra, versante preferito dai friulani per attaccare, è il capocannoniere del campionato che trova il 2-2. Di Natale, nell’area piccola replica in rete dopo un’azione confusa in area e si porta a quota 21 replicando all'interista Milito. L’equilibrio del punteggio corrisponde a quella del gioco espresso in campo, ma un’ingenuità di Isla compromette in un sol colpo quanto di buono costruito fin lì dall’Udinese. Un’entrata a gamba alta in area su Menez del difensore bianconero costa il rigore del 3-2, segnato da Vucinic, al 21', che spegne i bianconeri e accende la festa dell’Olimpico. Che ha ancora il tempo per spellarsi le mani in almeno tre circostanze: il 4-2 di Vucinic, su meravigliosa azione dalla destra di Menez, un altro numero del francese concluso a lato di poco e un colpo di testa di Burdisso che chiama Handanovic al miracolo. Sipario: le luci della notte accompagnano la Roma verso il grande sogno.

Pagelle

Julio Sergio 5 Non è più tempo di miracoli. Dopo Doni e Artur anche con lui la media tiri nello specchio della porta=gol sta diventando quantomeno preoccupante. Dal suo ritorno in campo dopo l'infortunio ha incassato la bellezza di 5 gol in tre partite (Milan, Livorno e Udinese) e non sempre è stato esente da colpe. A Trigoria, poi, spiegassero ai portieri che le scopo dei rigori è pararli, non buttarsi sistematicamente dalla parte opposta
Cassetti 4 Se il Livorno aveva puntato su Motta per "sfondare" la difesa della Roma, il suo sostituto (o titolare a seconda delle preferenze) Cassetti è stato preso di mira dall'Udinese. Di Natale l'ha fatto impazzire e la squadra giallorossa ha dimostrato ancora una volta che il suo tallone d'Achille è proprio li sulla destra
Juan 6 Sufficienza stiracchiata perché la Roma anche questa sera incassa due gol e la difesa non regala più quella sicurezza di un tempo. Ora che il resto della squadra sembra girare nuovamente non vorremmo che fosse lui a dover rifiatare un po'. Ammonito salterà la trasferta di Bologna. Niente di meglio per riposarsi e preparare al meglio la sfida contro Milito & Company
Burdisso 6 Come Juan con l'aggravante che almeno il difensore argentino ogni tanto si "riposa" in panchina per lasciare spazio a Mexes.
Riise 5 Difende malino e, oramai, non attacca più. E come se non bastasse Vucinic gli ha anche tolto l'onore di battere i calci di punizione.
Faty 6 Impressionante come riesca sistematicamente a togliere palla all'avversario e, altrettanto sistematicamente, regalarla di nuovo a lui Le sue lunghe gambe arrivano un po' ovunque Certo non ha ne i tempi di gioco di Pizarro ne l'esperienza di De Rossi ma, almeno questa sera (e nel suo ruolo naturale), non sfigura.
Brighi 4 Discreta la sua prestazione in mezzo al campo, da dilettante la trattenuta che procura il calcio di rigore all'Udinese e che rischia di compromettere tutta la gara della Roma.
Perrotta 6,5 Deve "sostituire" Pizarro e De Rossi e, allo stesso tempo, dare una mano al giovane Faty. Ci riesce bene anche se deve limitare al massimo le incursioni in avanti. Diffidato, si auspica che per Bologna Ranieri se lo tenga vicino in panchina
Vucinic 8 La prima tripletta in serie A l'aveva realizzata alla Lazio quando vestiva la maglia del Lecce. Questa sera l'attaccante giallorosso si ripete con una prestazione maiuscola se si pensa che era rimasto in bilico fino all'ultimo e che praticamente per tutta la settimana non si era allenato. Intesa con Toni perfetta, un bel rigore e due prodezze che lasciano sognare i tifosi giallorossi
Toni 8 Non ne fa tre ma la rete che sblocca la partita forse è la più importante di tutta la serata. Lo ripetono tutti da tempo e lui lo continua a confermare domenica dopo domenica: è l'attaccante che serviva alla Roma. Quello che la mette dentro nei momenti più difficili, che fa salire la squadra, la fa rifiatare e regala anche assist in avanti
Menez 7,5 Gli manca il gol per essere questa sera ai livelli dei suoi compagni d'attacco. Poco importa se la prestazione del francese è fatta di tante cose buone e zero sciocchezze. La maggior virtù trovata con il tempo da Menez è il saper giocare per la squadra, sia in avanti che in fase difensiva. Dribbling e scatti non sembrano più fini a se stessi ma si concretizzano con assist-gol per i compagni. L'Udinese gli lascia spazi per lui da sogno e il rientro di Totti lo riporterà in panchina. Speriamo non si intristisca di nuovo


Ranieri 7 Qualche buontempone aveva detto (e scritto) che il tecnico sarebbe stato felice dopo il pareggio di Livorno perché così "si sarebbe scrollato di dosso il peso di poter puntare allo scudetto". Noi, una settimana fa, c'eravamo semplicemente limitati a dire che una grande squadra non si può puntualmente far recuperare duo e tre gola a partita. Problema che, tra le altre cose, si era riproposto anche questa sera. Se la compattezza difensiva è ancora una bella illusione, almeno la squadra ha ritrovato grinta e fiato. Basterà per lo sprint finale?


Sostituzioni


Andreolli/ Faty 6 Si mette al centro della difesa, la sua mossa è soprattutto tattica perchè permettendo a Riise e Cassetti di avanzare, consente alla Roma di tenere l'Udinese a debita distanza. Dimostra personalità e capacità di subentro buone
Pettinari/ Menez N.G. Benvenuto. Consente al francesino di avere la prima "ovation" della sua carriera romanista.
Tonetto/ Vucinic N.G. Bentorato per la parte finale della tua carriera non possiamo che augurarti ogni bene!



Naim Krieziu

La tana dei Lupi ricorda con affetto la figura di Naim Krieziu e si unisce al cordoglio degli amici e dei parenti. Con lui se ne và un altro pezzetto della storia romanista... addio indimenticabile ala del primo tricolore.


venerdì 19 marzo 2010

Roma-Udinese. L'arbitro

Nicola Pierpaoli (Firenze, 19 Settembre 1974) all'esordio assoluto con la Roma, ha esordito in "A" il 20 Dicembre 2006 in Atalanta-Udinese 1-2. Ce lo ricordiamo per aver subito gli improperi di Antonio Cassano in Sampdoria-Torino del 02 Marzo 2008, dopo che aveva concesso un rigore dubbio ai granata.
L'ultimo precedente con i giallorossi risale Mercoledì 28 Gennaio 2009, allorquando nell'infrasettimanale regolammo i rosanero del Palermo per 2-1 grazie ai goals di Totti e Brighi, intervallati dal momentaneo pareggio firmato Cavani.


Roma-Udinese. Il precedente.

Eccoci quì ad affrontare la fase finale del campionato. In queste ultime dieci partite la Roma è chiamata a dare il massimo per rintuzzare gli assalti delle pretendi al terzo posto, attualmente in possesso dei colori giusti e, perchè no, per provare a scalare una posizione.... non diciamo due per carità di patria! La settimana che ci stiamo lasciando alle spalle non è stata foriera di grosse novità romaniste, per quanto si facciano sempre più insistenti le voci di una cessione di Mexes, della partenza di Motta, Cassetti e Taddei e abbiano fatto capolino le voci circa un probabile interessamento del City nientemeno che per Daniele De Rossi. In entrata si rincorrono i nomi di Gallas e Gouvou... un po' vecchiotti onestamente. Intanto registriamo la qualificazione dell'Inter ai quarti di finale di Champions, ai danni del Chelsea ( affronterà il CSKA Mosca) e l'eliminazione della Juventus dagli ottavi di Europa League per mano dei cugini dei Blues, i "Cottages" del Fulham, vittoriosi sui torinesi per 4-1, con espulsioni di Cannavaro e, nel finale, Zebina.
La nostra Roma, invece, Sabato 20 Marzo 2010 se la vedrà con altri bianconeri della Serie "A": l'Udinese. I friulani arrivano allo scontro invischiati nella lotta per non retrocedere, anche se la vittoria di Domenica scorsa contro il Palermo pare li abbia messi abbastanza al sicuro. La memoria del Match ci riporta indietro di tre anni: era la stagione 2006/07 e anche quella partita era prevista alle 20,45 (anzi 20,30) di Marzo, ma di Domenica, esattamente Domenica 11 Marzo 2007: eravamo reduci dal trionfo di Lione e in quel posticipo grazie ai goals di Perrotta e una doppietta di Capitàn TOTTI regolammo l'Udinese 3-1. Solamente a 21 minuti dal termine, con un colpo di testa di Asamoah i friulani acciorciarono le distanze. Niente, però, ruppe la magìa di quella sera e di quella Roma spallettiana in splendida forma!


lunedì 15 marzo 2010

Livorno-Roma 3-3.

Amarezza e rimpianti, per la Roma che a Livorno ha perso un'altra occasione nei minuti finali, dopo Napoli (da 2-0 a 2-2 con un rigore di Hamsik al 90') e prima ancora a Cagliari (da 2-0 a 2-2 nel recupero), per avvicinarsi, o issarsi, in vetta. I punti persi in trasferta, sempre negli ultimi minuti e sempre con partite in cui era i giallorossi erano in vantaggio, cominciano a pesare per la squadra di Ranieri. Anzi semplificando i conti quei 6 punti persi nel finale metterebbero oggi la Roma al fianco dell'Inter, in vetta. Così il tecnico Ranieri: "É stata una partita pazza, potevamo chiuderla con il rigore. Peccato, la squadra c’è, è vogliosa, ma c'è rammarico per il pareggio. Dobbiamo essere più attenti dietro e coordinati, non eravamo messi bene. Siamo terzi, nessuno ci ha preso punti, speriamo ci sia un'altra possibilità. Dobbiamo lavorare sugli errori e non molliamo di certo. Totti? Inimmaginabile vederlo con noi la prossima settimana". Ritorno al gol agrodolce per Luca Toni: "Sono contento di essere riuscito a fare 90 minuti, ma era più importante fare 3 punti. Non siamo riusciti a vincere ed è un peccato: abbiamo sprecato una possibilità per avvicinarci all'Inter, ma questa Roma deve crederci e cercare di vincerle tutte fino alla fine. Comunque, l'importante è di restare nelle prime tre posizioni. Se chiudevamo la gara, il Livorno si poteva demoralizzare, invece sul 3-2 è bastata una mezza palla sporca per subire il pari". Il principale indiziato del pari è Pizarro che si è mostrato dispiaciuto per aver fallito il rigore, sul 3-2, che potava decidere la gara. "Noi abbiamo fatto la partita, poi c'è stato l'errore mio, ma non pensavo pesasse sul risultato: mi dispiace di aver sbagliato, l'ho calciata bene ma sono cose che succedono, pazienza. Ce l'abbiamo messa tutta per andare a -4, ma il Livorno per noi è stregato: in questo campionato ci ha tolto quattro punti". Poi l'analisi sulla flessione finale: "Ci capita sempre nei minuti finali, quando scendiamo troppo e facciamo crescere l'avversario". Molto rammaricato Simone Perrotta: "Avevamo una grande occasione per riaprire il campionato, ma Livorno è un campo difficile dove non è facile vincere. Quando si prendono tre gol è colpa di tutti, non è il caso di dare la colpa alla difesa. Ci sono ancora tante gare da giocare e il cammino è ancora lungo. Nei finali di gara facciamo un po’ più di fatica, forse colpa della lunga rincorsa fatta". Il dirigente Montali fa quadrato intorno alla squadra: "È un'occasione persa, si poteva fare risultato e non siamo riusciti. Il Livorno ha fatto di tutto per pareggiare, ma ci sono altre dieci partite e dobbiamo continuare con questo atteggiamento perché il campionato è lungo e ci può dare soddisfazioni. La squadra non si può dire che non abbia avuto la determinazine giusta: è una Roma che è venuta a Livorno a giocare per vincere".


Pagelle


Julio Sergio 5 La "magia" del portiere brasiliano sembra essersi spezzata. A Livorno non gliene va bene una e sulle prime due reti di Lucarelli non sembra del tutto esente da colpe. Sul vantaggio livornese il suo tuffo ricorda (anche troppo) quelli del Doni dei "bei" tempi e l'uscita sul 2-2 è più che fantozziana. Anche sui calci di rigore segue l'esempio del suo connazionale, palla da una parte, lui dall'altra.
Motta 3 Un disastro. Tiene in gioco Lucarelli su entrambe i primi due gol. Difende male, attacca peggio. Mancini lo voleva al City. Ranieri ha fatto di tutto per tenerselo stretto. Complimenti.
Mexes 4,5 Ranieri gli preferisce sistematicamente Burdisso. Oggi ha scelto Mexes. I risultati si sono visti.
Juan 5 Il Livorno ha l'attacco meno prolifico del campionato, Lucarelli non segna da una vita e, tanto per cambiare, la Roma (anche quest'anno) è riuscita a far resuscitare i "morti". Se Juan è leader della difesa giallorossa nei momenti di gloria oggi si deve assumere anche lui le responsabilità di un reparto che ha concesso troppo.
Riise 5 E' il giocatore che in serie A ha giocato più partite (e più minuti) di tutti e ora la stanchezza comincia a farsi sentire. Nullo in fase offensiva, male in quella difensiva visto che tutti e tre i gol del Livorno arrivano dalla sua parte. Sul finale prova l'unico tiro. Stanno ancora cercando il pallone...
De Rossi 6 Questa volta se la gioca fino alla fine. Limita errori e non si fa prendere dal nervosismo. Di questi tempi meglio poco che niente.
Pizarro 5,5 Il rigore sbagliato questa volta pesa come un macigno. Il secondo consecutivo dopo quello (indolore) calciato (male) contro il Chievo. Non il solito Pizarro, bravo sul gol ma meno lucido del solito.
Taddei 5,5 Delizioso il colpo di tacco che libera Perrotta per l'uno pari ma per il resto si vede poco.
Perrotta 7 Un Perrotta così non lo si vedeva da tempo. Mette lo zampino su tutti i gol della Roma, ne realizza uno e fino al 95° le prova tutte per portare la Roma al successo.
Menez 6,5 Gioca i primi 15 minuti in apnea tanto da spingere De Rossi a "tirargli le orecchi" sgridandolo in maniera plateale per la sua poca voglia messa in campo. Da quel momento il francese gioca (bene) soprattutto per la squadra. Si procura il rigore e tiene sempre in apprensione la difesa del Livorno. Incomprensibile il suo cambio.
Toni 6,5 L'infortunio non l'ha debilitato. Anzi. L'attaccante è in gran forma e oltre al gol si batte per la squadra rimediando punizioni e provandoci sempre. Peccato non poterlo vedere al fianco di TOTTI!


Ranieri 5 Alla fine prova la mossa "alla Mourinho" mandando in campo 4 punte ma i risultati sono pessimi. Incomprensibile il cambio di Menez e l'entrata di Cerci. I tre pareggi di fila fanno pensare che il tecnico più che al sogno scudetto sia molto più attento a portarsi a casa sempre quel punticino che alla fine del campionato vorrebbe dire terzo posto.


Sostituzioni


Cassetti/Motta 6 un po' meglio di Motta, cerca qualche conclusione, ma non è Cafuringa!
Cerci/ Menez 4 Quasi peggio di Motta. Tocca palla e la regala agli avversari. Crossa e sbatte sempre sul "muro" amaranto. Tanto fumo e zero arrosto.
Baptista/ Pizarro 5 In campo praticamente non si vede!



venerdì 12 marzo 2010

Livorno-Roma. L'arbitro.

E' Andrea Romeo di Verona. Nato nella città veneta il 23 Settembre 1970 (sì sembra una presa per il culo, ma si chiama Romeo da Verona... e Giulietta? Zoccola!), esordisce in Serie "A" in data 29 Maggio 2005 nel match interlocutorio di fine campionato Messina-Livorno 1-1. Non verrà mai coinvolto in calciopoli e per questo motivo può dirsi che sia un arbitro delle nuove generazioni, della cosidetta "Seconda Repubblica" pallonara.
L'unico precedente contro i giallorossi risale al giorno 17 Gennaio 2010, allorquando affrontammo il Genoa in casa vincendo per 3-0, grazie al goal di Simone Perrotta e alla doppietta di LUCATONI!
Nota a margine: con lui in Serie "A" nessun due, arbitro assolutamente casalingo!

All'ultimo minuto è stato sostituito dal Sig. Gervasoni a causa di uno stiramento subito nella fase finale del riscaldamento prepartita



Livorno-Roma. Il Precedente.

Purtroppo dobbiamo farci l'abitudine, adesso ci rimane solamente il turno finesettimanale, essendo costretti a seguire le coppe in Tv. La settimana che ci stiamo lasciando ci ha regalato l'immeritata eliminazione della Fiorentina per mano del Bayern Monaco, sconfitta dal biscotto firmato Ovrebo all'andata, e inutilmente vittoriosa 3-2 al Franchi, l'eliminazione del Milan per mano del Manchester United (3-2 a Milano e 4-0 a Manchester, sempre per i sudditi di "Sua Maestà"), mentre sul fronte Europa League la Juventus ha regolato, agli ottavi di finale d'andata, il Fulham di JJ Okaka per 3-1. Dal punto di vista romanista c'è da registrare il progressivo avvicinamento di TOTTI al rientro, la confessione di Daniele Pradè che ha ammesso di essersi fatto sfuggire il Principe Milito nell'estate 2008, preferendo continuare a puntare su TOTTI centravanti. Intanto iniziano a farsi avanti le prima voci di mercato che vorrebbero Mexes in uscita, la difficoltà di arrivare alla riconferma di Burdisso e Toni, il sicuro arrivo di Simplicio a parametro zero da Palermo e l'interessamento per Gallas. Del doman non v'è certezza!
Se del doman non v'è certezza, ce n'è dello ier.... e proprio sulla certezza dello ier la memoria ritorna: anche se, tendenzialmente, questo blog si è riproposto di non ricordare i trionfi, per scaramanzia e per non ricordare i momenti belli quando non ce ne sono, per non girare il dito nella piaga, vogliamo tornare al giorno Domenica 07 Giugno 1942: mentre l'Italia soffocava sotto le bombe, l'esercito colezionava disfatte su disfatte, le leggi raziali imperversavano come uno schifo assoluto nella storia e nella civiltà italiana e il fascismo agonizzava schiacciato dal peso delle sue colpe e dei suoi crimini, la Roma si involava a conquistare il suo primo scudetto. Quella domenica all'Ardenza era di scena la penultima giornata di un campionato che aveva visto i giallorossi lottare punto a punto col Venezia e il Torino: sugli spalti era presente, tra gli altri, un giovane ingengnere di 27 anni, arrivato in bicicletta insieme alla sua fidanzata dalla sua città natale, Aulla. i goals di Pantò al 24esimo e Amadei all'81esimo regalarono la vittoria e lo scudetto numero uno alla Roma, e a quell'Ingegnere di 27 anni la voglia di regalarne uno anche lui alla Roma, amata durante la presenza nella Capitale per conseguire la Laurea. Ci sarebbe riuscito 41 anni dopo!


domenica 7 marzo 2010

Roma-Milan 0-0

Fra Roma e Milan, vince l’Inter che se domani riuscirà a superare il Genoa aumenterà in maniera forse decisiva per lo scudetto il suo vantaggio sulle inseguitrici. Ai punti probabilmente vincerebbe la squadra di Leonardo, più in palla, più aggressiva e mobile sulle gambe. Ma gli ultimi brividi al match li regala la Roma, con un gran sinistro di Riise sul quale serve il miglior Abbiati. Su tutti Andrea Pirlo, che giganteggia in mezzo dove né Perrotta, né De Rossi riescono ad arginarlo. Proprio il compagno di Nazionale nel finale gli concede metri e palla per un cross al bacio che di testa Huntelaar spreca malamente. Leonardo dà un segnale forte alla Roma e anche ai suoi, schierando un tridente dal doppio centravanti. Vuole vincere, ma all’inizio i tre - Dinho a sinistra, con Borriello in mezzo e Huntelaar sempre molto vicino a destra - rimangono troppo alti e con la Roma che fa la partita, il Milan rimane spaccato in due tronconi e non riesce a far gioco. È il momento migliore per la Roma, quello iniziale. Pizarro, al rientro, è ispirato e Vucinic tocca di fino. Grande movimento e ne approfitta De Rossi per un inserimento in slalom palla al piede: molto bello il dribbling secco su un certo Nesta, ma il tiro da dentro l’area non è all’altezza della fama del capitano. L’unica parata complicata per Abbiati arriva poco dopo per un destro da fuori, carico d’effetto, di Baptista: deviato in angolo. In mezzo al primo tempo però i rossoneri ritrovano equilibri. Grazie soprattutto ad Andrea Pirlo che con sagacia tattica, le qualità tecniche riconosciute dal mondo intero e un grande dinamismo, "accorcia" il Milan, chiama più centralmente Ronaldinho, fino a quel momento statico sulla fascia sinistra, e con palla che gira rapida a terra la difesa romanista - guidata da un attento Juan - fatica un po’. Proprio una iniziativa da trequartista del brasiliano smarca Borriello: il suo tiro mancino non è musica per le orecchie dei milanisti. Il primo quarto d’ora della ripresa è quasi un incubo per la Roma, costretta negli ultimi 20 metri, da una squadra davvero messa bene in campo, con gli attaccanti che pressano sui primi portatori di palla. È Borriello il più pericoloso. Il napoletano prima effettua un pericoloso tiro cross, sul quale Puntelaar è in ritardo, poi ha una grande occasione quando riesce a scavalcare pure Juan e sul sinistro secco trova la respinta di Julio Sergio, di piede. A questo punto Ranieri manda in campo Toni, assente dal 23 gennaio (Juventus-Roma) che si rivela un’ottima mossa. Perché il centravanti riesce a tener palla sui lanci lunghi dalla difesa e così consente ai suoi di salire e rifiatare, scavalcando il pressing milanista. Leonardo risponde rinforzando la fascia destra con i freschi innesti Beckham e Abate, spostando a sinistra Bonera. Riise se commette svarioni da brivido in fase difensiva, lì davanti confeziona un bel cross con Vucinic che piazza di testa sul palo più lontano, dove Abbiati non può arrivare: la palla sfila fuori. Ed è l’inglese a confezionare il cross teso sul quale Dinho salta con grande tempismo col pallone esce davvero di un soffio. Colpi da k.o. che non arrivano e Roma che ferma a 9 il suo filotto di vittorie consecutive in campionato all’Olimpico. Riecco Tagliavento dopo il tanto discusso Inter-Sampdoria, tra l’altro diretto bene. Il direttore di gara umbro stavolta sbaglia soltanto una valutazione, proprio in avvio. Quando un intervento durissimo di Flamini, coi tacchetti sullo stinco di Perrotta, meriterebbe il giallo, che Tagliavento tirerà fuori correttamente per il francese alla mezz’ora per un’entrata scomposta su De Rossi. Avesse sventolato subito il cartellino Flamini sarebbe stato espulso e la partita tatticamente sarebbe parecchio cambiata. Perché Leonardo non avrebbe potuto permettersi il lusso di tenere tre attaccanti.

Pagelle


Julio Sergio Bertagnoli 6,5 Non molto impegnato, ma in un paio d'occasioni dimostra presnza e carattere. Soprattutto in una doppia uscita bassa al fin di por rimedio alla cappella di John Arne Riise.
Marco Cassetti 5,5 uno spiffero su Ronaldinho che costringe Rodrigo Ferrante Taddei a continui e sfiancanti rientri. Abbiamo capito perchè, mercè il goal nel nastro azzurro di Dicembre la Roma abbia deciso di lasciarlo partire a parametro zero
Nicolas Burdisso 7,5 di gran lunga il miglior giuocatore della Roma. Si immola su percusisone laterale di Borriello, e poi con un colpo di Karate su Klaus Puntelaar, salvando il risultato ad occhiali.
Juan Silveira dos Santos 6 Non in grandissima giornata, sopprattutto su Borriello che soffre terribilmente. Comunque dà sempre la sensazione di sucrezza.
John Arne Riise 5,5 è affaticato dal suo improbo compito d'esser l'unico nel ruolo e si vede. Questa sera gli passano dietro sia i frombolieri rossoneri, sia i mediani, soprattutto Flamini. Non spinge, in ciò catechizzato da Mister Ranieri, ma ha comunque, all'ultimo, la palla buona per la clamorosa vittoria finale.
Daniele De Rossi 7 prestazione maiuscola di capitàn futuro che dopo pochi minuti si costruisce e divora l'occasione pel vantaggio. Poi non disdegna nè l'interdizione nè la ripartenza, creando superiorità allorquando l'armata testaccina decida di farsi innanzi, anche quando, però, schiacciata dal soverchiante palleggio meneghino si ritira di buon conto nella trincea in attesa che la strafexpedition lombarda termini la sua ira e la Roma ritrovi il fulgido splendore dei tempi che furono.
David Marcelo Cortez Pizarro 7 Ottima regìa. Sembrava un po' Vittorio De Sica, caparbio e realista, nessun volo pindarico di Felliniana memoria, ma un essenziale ricorso all'inquadratura onesta sul breve, senza, per questo, disdegnare ariose carrellate con riprese ardite dall'alto, che nella cinematografia d'Eupalla si tramutano in passaggi semplici non banali, alternati a lanci precisi. Una gioia estetica, anzi sinestetica, per gli amanti del cinema e del calcio.
Rodrigo Ferrante Taddei 5,5 Un po' impreciso non risparmia polmoni e martinetti, ma perde in precisione. Forse sta terminando la benzina.
Simone Perrotta 5 partita decisamente incolore, relegato sulla sinistra non può essere la mazzafionna di Spallettiana memoria, ma non sembra nemmeno essere l'auriga su tacchi e spillo e attributi da scozzese ammirato nel medesmo ruolo a Germania 2006
Julio Baptista 6 si propone bene, un po' come la buona peperonata, con una staffilata dalla distanza ben smanacciata dal nostalgico del nazifascismo che infetta la dignità umana con la sua sola presenza e risponde al nome di Abbiati, poi ripiega sempre più nelle retrovie cercando di fare ciò che riusciva a Simone Perrotta. I risultati non sono dei migliori, ma nemmeno dei peggiori!
Mirko Vucinic 6 Non male come prestazione. Peccato si sia divorato il goal del vantaggio a dieci minuti dal termine. Ha comunque disturbato le retrovie meneghine, agendo da compasso lungo l'intiero fronte d'attacco romanista.

Caludio Ranieri 5 Imposta il match in modo eccessivamente rinunciatario, lui ci dirà d'aver visto i ragazzi fuori condizione e sapeva benissimo come di meglio non avrebbe mai potuto ottenere, ma la decisione di fare una sola sostituzione stride con questa spiegazione. Tornerà più in gamba che pria!



Sostituzioni


Luca Toni/Julio Baptista 6 Anche se non sembra dare molti grattacapi alla difesa rossonera, la sua presenza impensierisce i difensori centrali altrui. E poi con una semplice finta manda in confusione tale Thiago Silva costringendolo ad un fallo su palla persa. Per NUMERO UNO!


venerdì 5 marzo 2010

Roma-Milan: l'arbitro.

Paolo Tagliavento di Terni. Nato il 19 Settembre 1972. Esordio in serie A datato 18 Maggio 2004, in Chievo-Bologna. Viene coinvolto in calciopoli, ma completamente scagionato. Gli ultimi precedenti ci arridono, in quanto l'ultimo assoluto, anch'esso casalingo, risale a Sabato 13 Febbraio 2010 allorquando incrociammo e regolammo 4-1 il Palermo di Delio Rossi. Da tenere a mente Sabato 06 Marzo 2010: il Milan con Tagliavento non ha MAI perso! Occhio.


Roma-Milan: i precedenti

Dopo un periodo di fuoco la Roma ha potuto, finalmente, usufruire d' un'intiera semana al fin d'allenarsi. Purtroppo, a parte il ritorno della semifinale di Coppitalia e l'eventuale finale, abbiamo le partite contate e questo, quantomeno, ci permette il recupero nei tempi fisiologici dei nostri pezzi da novanta: Toni, Julio Sergio e Pizarro. Per TOTTI c'è ancora d'attendere ( i più maligni dicono che debba prima finire il ciclo di spot vodafone dei quali è attualmente testimonio... quello nei quali è un improbabile e simpatico multilingue!). Dopo la parentesi nazionale, assolutamente dimentcabile lo zero a zero di Montecarlo contro il Camerun, da ricordare, e, invece, la partita ufficiale degli azzurini vittoriosi due a zero contro i pari età magiari, grazie ai goals di JJ Okaka (speriamo che i goals unitamente all'esperienza londinese col Fullham ce lo rendano più forte che pria!) e di tal Marrone ci ri cimentiamo sulla nostra derelitta Serie "A" nella quale l'Inter appalesa segnali di tremore e nervosismo, il Milan corre a strappi, sostenuto dalla classe dei suoi interpreti brasileiri, nonchè da Beckham, ma anche da una stampa mai eccessivamente piegata al padrone che, comunque, stà passando un periodo nero in politica ( sperando che sia solamente l'aperitivo di risultati ancor maggiormente umilianti); mentre la Juventus alterna buone prestazioni arbitrali a clamorosi capitomboli, come quello in casa col Palermo di domenica scorsa. In questo quadro la mente non può non tornarci indietro di 26 anni e mezzo: era Domenica 25 Settembre 1983, e mentre l'Italia ancora aveva nelle orecchie "Vamos a la Playa" dei Righeira, i sacerdoti di Eupalla si stropicciavano gli occhi davanti al più fulgido capolavoro d'arte calcistica della storia patria: la Roma di Niels Liedholm! Quel giorno all'Olimpico andò in scena un Big Match solo sulla carta. Al cospetto della Roma scudettata e sambodiante si appalesava il Milan-matricola per la seconda volta consecutiva della sua storia allenato da Ilario Castagner e presieduto da Farina. Nonostante il vantaggio rossonero siglato da Battistini (libero col vizietto del goal... alla Roma. Indimenticabile quello con cui, a Febbraio del 1990, accorciò le distanze a Firenze, in un Fiorentina-Roma 1-2), i lupacchiotti giallorossi ebbero la meglio d'un povero diavolo che schierava in campo soggetti del calibro di Nuciari, Gerets, Spinosi, Carotti, Blisseth e Verza. Il tabellino dirà Roma 3-Milan 1, con goals per i colori giusti di Vincenzi, Maldera e Falcao. Nota a margine: quel giorno all'Olimpico viveva un gemellaggio quasi anomalo tra la due tifoserie!


lunedì 1 marzo 2010

Napoli-Roma 2-2.

E alla fine al San Paolo Napoli e Roma chiudono con un 2-2 che rispecchia l'andamento della gara, soprattutto di una ripresa che ha visto quattro gol e una valanga di emozioni. La squadra di Ranieri si porta sul 2-0 grazie al rigore realizzato da Baptista al 14' e alla rete di Vucinic al 20', ma il Napoli, galvanizzato dall'ingresso di Denis, non si demoralizza e trova il gol della speranza con lo stesso argentino al 30' e quello del pari allo scadere, con un penalty calciato con grande freddezza da Hamsik. Ranieri e Mazzarri confermano di saper solo pareggiare, quando si incontrano: oggi è successo per la sesta volta. Ranieri gioca la carta a sorpresa e sceglie un'inedita difesa a tre, con Motta e Riise schierati sulla linea dei centrocampisti (Taddei, De Rossi e Perrotta gli altri tre). Davanti Baptista (Menez è in panchina febbricitante) e Vucinic surrogano ancora una volta Toni e Totti. Fuori anche Pizarro e Julio Sergio, che alla fine non ce la fa e non va nemmeno in panchina. Dall'altra parte Mazzarri schiera il Napoli previsto, con Lavezzi al rientro da titolare dopo 48 giorni di stop e Hamsik e Quagliarella a completare il reparto avanzato. Ne esce un primo tempo vivace ed equilibrato, contrassegnato da un avvio assai promettente: la prima occasione arriva dopo 6 minuti, con Doni che alza sopra la traversa un tiro-cross di Rinaudo. La Roma risponde cinque minuti più tardi, con De Sanctis che si oppone in due tempi a una conclusione di Vucinic. La Roma assorbe il nuovo modulo senza fatica apparente, è piuttosto il Napoli ad accusare qualche difficoltà in più, nella fase di impostazione della manovra. La gara scorre comunque su buoni ritmi, fra continui rovesciamenti di fronte e la sensazione che possa succedere qualcosa di grosso da un momento all'altro. E invece non solo non succede più nulla d'eclatante, ma col passare dei minuti le squadre s'aggrovigliano in un gioco appannato e sterile, fatto di poca profondità e molte (reciproche) stoppate sulla trequarti. Colpa e merito di un'accurata organizzazione di gioco, di una rigida impostazione tattica che non lascia sbavature e di un'attenzione maniacale al dettaglio. Con l'inconveniente che giocando entrambe le contendenti con quest'impostazione molto bloccata, la partita finisce con l'essere soffocata. Anche conclusioni e occasioni da gol si rarefanno. Fino al minuto 46', quando Maggio ha la palla buona ma di testa non trova lo specchio, a Doni battuto. E il primo tempo finisce a reti inviolate. Nella ripresa le squadre cercano di aprirsi qualche corridoio per arrivare in zona tiro, ma l'impresa è per entrambe molto difficoltosa. Soprattutto il Napoli appare in difficoltà nella fase di costruzione del gioco, la Roma si fa più attendista. La trappola scatta al minuto 13: Baptista scatta in area, Campagnaro lo stende. Lo stesso brasiliano, dal dischetto, spiazza De Sanctis di destro: al 14' Roma in vantaggio per 1-0. Due minuti più tardi Juan in area aggancia Quagliarella, che cade e attende il fischio di Rizzoli. L'arbitro, lontano dall'azione, arriva trafelato e fischia sì, ma segnalando una simulazione dell'attaccante del Napoli, che dunque viene anche ammonito. Il San Paolo contesta la decisione arbitrale, ma ormai il danno è fatto. Ma non è finita, perché Vucinic e Denis, entrato al 19' al posto di Pazienza, regalano altre emozioni: il montenegrino al 20' trova il suo sesto gol stagionale (il quinto nelle ultime 6 gare), l'argentino al 29' sfiora il gol di testa e al 30' lo trova, con un gran sinistro: è l'1-2 che riapre la partita. Il Napoli , che non segnava in casa dallo scorso 10 gennaio (e anche in quell'occasione segnò Denis) riparte a testa bassa, la Roma si mette in trincea, pronta però a innescare il contropiede. Al 44' Denis si conferma mossa vincente del match: l'attaccante aggancia in area un pallone che chiede solo di essere spedito in rete, Mexes tocca con un braccio, per Rizzoli stavolta è rigore. Al 45' Hamsik non sbaglia dal dischetto, e il Napoli celebra la sua rimonta. Con la Roma che dimostra di aver assorbito senza traumi l'eliminazione dall'Europa ma che deve accontentarsi del sedicesimo risultato utile, quando fino alla fine aveva cullato il sogno dell'ottava vittoria di fila


Pagelle

Doni 5,5 Per la quarta partita di fila non fà una parata che è una. Mette in difficoltà la difesa, costringendo i compagni a interventi goffi. Ci si chiede come mai ancora non giuochi Lobont
Burdisso 6 Non è nelle migliori fasi della sua presenza romanista, ma riesce a sopperire le pecche tecnico-tattiche con l'esperienza e la concentrazione.
Mexes 5,5 Una partita semplicemente pietosa. Deconcentrato e fuori tempo.
Juan 7 E' l'unico che si salva e che ci prova. Come al solito anticipi puliti e interventi a tempo. Trova la forza per staccarsi e ripartire.
Motta 5,5 Una partita fuori posizione. E'spesso richiamato da Ranieri a coprire il ruolo di ala tornante. Un po' leggerino nei contrasti.
Taddei 6,5 Pur trovandosi per la prima volta mezz'ala intermedio, se la cava, riducendo di molto le necessità di rientro.
De Rossi 5 si trova impiccato in un ruolo di quarto centrale aggiunto e un po' sfigura. Non è nè carne nè pesce.
Perrotta 6 Anche lui in un ruolo da intermedio non sfigura, ma perde nella sua dote principale, ovverossia l'incursione da dietro.
Riise 6 Giuocare avanzato non lo favorisce, tant'è che inizialmente non riesce a contenere le folate offensive delle ali partenopee, poi trova la sua posizione e lotta, senza incidere in maniera decisiva.
Julio Baptista 7 la sua migliore performance stagionale, si procura un penalty che calcia con maestrìa d'altri tempi, dilania le difese altrui partendo da dietro, allorquando non disdegna il disegno di sponda. Peccato sia stato richiamato.
Vucinic 7,5 Eravamo strasicuri che avesse segnato l'ennesimo goal vittoria della Roma, purtroppo non è così. Grandissimo match finchè ha affianco un attaccante, poi, però, allorquando sia costretto a fungere da fromboliere solitario non è più presente alla tenzone.

Ranieri 5 stavolta la cappella come Michelangelo! Ma come cazzo je viè da mette la difesa a 3? E de fà entrà Faty ar posto de Baptista sur due a uno? La Roma scompare dal campo allorquando c'era da ripartire nelle profondità apertesi nelle retrovie Mazzarriane, ma non c'è Menez (Influenzato) e nemmeno l'utile Brighi o il talentuoso Cerci, no c'è Faty!E 'e potevi fà artre du' sostituzioni... te e quante madri c'hai!


Sostituzione

Faty/Julio Baptista 5 E' palesemente inadeguato, leggerissimo negli interventi non trattiene il pallone, la Roma perde due punti!