martedì 18 maggio 2010

Chievo-Roma 0-2. Grazie lo stesso.

Purtroppo è successo. Esattamente come due anni fà: campioni d'Italia all'intervallo, secondi con mille&mille rimpianti alla fine. La beffa, se possibile, quest'anno è stata persino peggiore: partiti senza il benchè minimo favore del pronostico, per due settimane siamo stati primi da soli, poi l'ennesimo arbitro killer ha fermato la corsa al quarto tricolore romanista. Davanti a più di 20mila tifosi arrivati carichi di speranza alimentata soprattutto dalla consapevolezza che dai e dai capiterà qualche volta pure a noi di godere di un Romalecce altrui.... e che cazzo! Nemmeno quest'anno! La Roma giuoca una partita esemplare: spinge sin dai primi minuti, giusto Ariatti fà soffrire un pochino Motta sull'out difensivo destro, per il resto è solo Roma che con Totti colpisce un palo e spreca un paio di buonissime occasioni, finchè al 38esimo un lancione di Daniele De Rossi viene ben intercettato in taglio da Mirketto Vucinic che stoppa di petto e al limite dell'area non ci pensa su due volte e fà partire un fendente che si insacca sotto il set alla sinistra di Squizzi. E' vantaggio: la Roma è prima, la Roma è campione d'Italia! Passano otto minuti, e nel primo dei due minuti di recupero De Rossi raccoglie un pallone rimbalzello al limite dell'area e lascia partire un violento fendente che si insacca sempre alla sinistra di Squizzi, ma questa volta sotto gli incroci. Ora la pratica è archiviata: le lacrime di Daniele De Rossi rimarrano, insieme a quelle di Mexes, imperituro emblema di questa strana e fantastica frustrata stagione. Nel secondo tempo è pura passarella, poi al 20esimo la doccia gelata attesa: goal di Milito e fine dei sogni. Registriamo il canto dei ventimila tifosi uniti dall'abbraccio sulle note di "Maledetta primavera", riveduta e corretta da Rinho, le lacrime di Francesco TOTTI e ancora di Daniele De Rossi sotto la curva sud trasferitasi a Verona. Intanto a Siena e a Milano gli interisti danno sfoggio della loro classe e signorilità: Materazzi, gran leccaculo a fine carriera, sfoggia una maglietta antiromanista con scritto: "Non è successo", a Piazza Duomo gli interisti issano uno striscione sul pullman della squadra(prontamente raccolto dai giuocatori) con scritto: "Totti anzichè il pollice in bocca, ficcati il dito medio al culo", il parlamentare nonchè ministro della Difesa Ignazio La Russa grida allo scandalo per l'attegiamento del Siena, reo, a suo dire, di aver giocato per non perdere.... facciamo nostra la risposta di Caludio Ranieri: "Evidentemente gli interisti sono abituati a giocare contro la Lazio!"
E' proprio in giornate amare, nelle quali il magone sale dalla gola e arriva fin quasi a far sgoragare le lacrime, che ci setiamo ancor di più orgogliosi di essere romanisti, perchè, come ha recitato la Curva Sud domenica: "Chi è della Roma non perde mai!" E allora, oggi più che mai: "Grazie Dio che m'hai fatto romano e romanista!".... e grazie Ragazzi!






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