domenica 31 ottobre 2010

Roma-Lecce 2-1. Olè!

Sembrava un'altra serataccia per la Roma.
Pali, traverse (nostre e loro...), parate di Rosati. La squadra che nonostante tutto proprio non riesce a esprimere un'idea di gioco. Poi il Bandito Buridisso prima salva un gol sulla linea e poi vola in cielo, per mettere il primo mattone su cui costruire la vittoria della Magica.
L'Olimpico, che finalmente presentava una Curva Sud degna di questo nome - sì, anche noi siamo contrari alla tessera del tifoso, però a nostro avviso durante la partita è meglio incitare la propria squadra piuttosto che inveire continuamente contro Maroni. Invece è tornato il vecchio cuore della Curva, che ha trascinato la squadra come ai bei tempi... e questo nelle prime giornate ci era veramente mancato. Cori, insulti, urla, ancora cori. Pura passione giallorossa direttamente dal suo cuore pulsante, la Sud, rivitalizzata e unita come non mai in questa stagione.

La festa la chiude Mirko, che dopo essersi mangiato l'impossibile, finalmente torna all'appuntamento con il gol con una giocata davvero ispirata. Due a zero e tutti a casa, verrebbe da dire. Invece a casa, purtroppo, c'è andato Totti. Fallo ingiustificato di Olivera, reazione smodata del Capitano... e tanti saluti al derby e probabilmente pure alla Fiorentina. Premettiamo una cosa: il rosso c'era solo per Olivera e su questo non ci piove. Per onestà, però, non possiamo che stigmatizzare il comportamento di Totti. Dopo tanti anni sui campi, non è possibile reagire ancora così, soprattutto alla vigilia di un derby delicato come questo. Nel complesso la Roma è sembrata ancora convalescente, non ha ancora risolto tutti i suoi problemi, ma quantomeno è riuscita a non prenderle... e di questi tempi non è poco. Nel secondo tempo ha vinto la tigna, la caparbietà e la voglia di prendere 3 punti che non potevano non arrivare contro una squadra del genere. Mirko, buttando uno sguardo al suo passato, ha preferito non esultare. Marco, guardando il futuro, ha detto che tutto è ancora possibile. Sì, anche arrivare tra le prime due, nonostante tutto. Alla faccia della scaramanzia. Ai cugini ci penseremo a tempo debito, ora sotto con la Champions. Raddrizziamo il girone e facciamo sventolare i nostri colori in Italia, in Europa e nel Mondo. I conti facciamoli alla fine. Siamo la Roma, non scordiamolo mai. DAJE!


venerdì 29 ottobre 2010

Roma-Lecce. L'arbitro.

E' il Sig. Andrea Gervasoni di Mantova. Nato il 21 Luglio 1975, ha esordito in serie A il 23 Dicembre 2006, in Livorno-Torino 1-1 (quel giorno la Roma era impegnata in casa contro il Cagliari, goal di Taddei e Mancini, ultima di Montella con il numero nove giallorosso, infortunio all'ultimo istante per Doni).
L'ultimo precedente risale al 12 Marzo 2010 quando pareggiammo 3-3 a Livorno, pur essendo subentrato all'ultimo al posto dell'infortunato e designato Andrea Romeo.



Qui lo vediamo in una storica fotografia, scattata insieme ai due collaboratori del campionato svizzero (Huber e Rezzonico), mentre cercano di mettersi al riparo dopo una decisione contestata in Lucerna-Young Boys del 2003.



Roma-Lecce. Il precedente.

Dopo una settimana di calvario mediatico, culminato con l'ultima assemblea dei soci presieduta da Rosella Sensi, che ha approvato un bilancio pressochè disastroso, con ben quattro mensilità non versate ai giuocatori (Attenzione, al 15 Novembre, se entro quella datas non dovesse venire versato almeno uno stipendio la Roma rischierebbe la messa in mora e avrebbe la certezza della penalizzazione in classifica!)la Roma torna all'Olimpico per un altro anomalo match salvezza: dobbiamo recuperare due punti in classifica sul Lecce!!
La memoria ci riporta indietro all'ultimo derby giallorosso giocato all'Olimpico. Era il 19 Aprile 2009 e la Roma si trovava ancora a sperare nel quarto posto, per ottenere ALMENO l'accesso in Champions. Quella Domenica pomeriggio sembrava ancora tutto ampiamente alla nostra portata, grazie, soprattutto ai due goals di Capitàn Totti coi quali la Roma aprì e chiuse una strana sfida, fatta di un facile 2-0, ma anche di un'imprevista rimonta pugliese. Con quella sfida Capitàn Totti scavalcò Amadei, toccando quota 175 segnature in massima serie, diventando il marcatore maggiormente profilico della storia romanista.


domenica 24 ottobre 2010

Parma-Roma 0-0

Tanta corsa, zero gol. Tra Parma e Roma, alla fine, non gode nessuno, ognuna aggrappata ai propri limiti: la mancanza di sostanza sottoporta per gli emiliani, l'allergia ai risultati in trasferta per i giallorossi. Che rischiano un nuovo caso Totti: Ranieri lo lancia in campo dal 1' ma dopo 45' il capitano giallorosso non riemerge dagli spogliatoi, sostituito con un deludente Simplicio. Il tecnico giallorosso si gioca anche le carte Vucinic (dall'inizio), Baptista e Okaka senza successo. Lo imita Marino, con gli inserimenti di Crespo e del redivivo Giovinco, ma al Tardini vince la pioggia, il campo scivoloso, la paura di perdere. La Roma, ma anche il Parma, aveva preparato un match tutto d'attacco: Valiani e Marques con Bojinov per gli emiliani, Vucinic con Totti e Borriello in una sorta di 4-2-3-1 per i giallorossi, orfani di Taddei a pochi minuti dall'inizio (al suo posto Cicinho). Il capitano giallorosso, schierato tra le linee, è l'ago della bilancia di un primo tempo in cui avrebbe lo spazio per colpire ma non graffia. Un problema di passo, soprattuttto, con Morrone e Dzemaili che non fanno fatica a ripiegare su di lui. Non a caso Ranieri lo cambia dopo 45', rischiando Simplicio nello stesso ruolo. Il faro dei giallorossi, per tutto il match, è il cileno Pizarro: incredibile la quantità di palloni recuperata e rigiocata a favore di Borriello, controllato bene da Paletta. Su di lui non possono niente i centrocampisti del Parma, abili invece a rilanciare l'azione sulle fasce, con Zaccardo a destra e Marques imprendibile a sinistra. Lo spagnolo ci prova al 3' (Lobont è attento e alza in angolo), poi comincia a puntare Cassetti e qualche volta passa. Sul finale di tempo l'occasionissima: Lucarelli sfonda a sinistra e serve Gobbi che di prima gira sul secondo palo dove Marques, in scivolata, manda alto. Nella ripresa, dopo appena 7', Ranieri cambia anche Vucinic con Baptista. Difficile, in questo caso, trovare spiegazioni. La "Bestia" si piazza sulla sinistra e parte bene con due cross e un tiro, ma dura poco. Il Parma riprende a macinare chilometri con Morrone, Valiani e Marques alzano la loro posizione e vanno anche al tiro. Marino inserisce Crespo per Bojinov al 18', ma il risultato non cambia. Solo un episodio potrebbe sbloccare il match, Pizarro ce la mette tutta ma quando trova Mexes libero al limite dell'area, la spettacolare semirovesciata del francese sfiora Valiani e si spegne sul fondo. Finisce 0-0, un punto che non serve a nessuno. La Roma può recriminare per un contropiede nel finale che Baptista ha gettato alle ortiche, dimenticandosi di servire Okaka solo davanti a Mirante. E' vero che per i giallorossi si tratta del primo punto stagionale in trasferta, ma la classifica non può far vedere il bicchiere mezzo pieno. Il Parma, ultimo, dopo un mese ritrova Giovinco: è da lui che deve ripartire.




venerdì 22 ottobre 2010

Parma-Roma. L'arbitro.

Luca Banti, nato a Livorno il 27 Marzo 1974.
Ha esordito in serie "A" nell'ultima della stagione 2004/05 allorquando diresse Juventus-Cagliari terminata 4-2 per gli uomini di Capello.

L'ultimo precedente ci arride in quanto incrociammo l'arbitro toscano in data Domenica 04 Ottobre 2009, allorquando una doppietta di Capitan Totti, infortunatosi nell'atto di scoccare il secondo goal, ribaltò, all'Olimpico, l'iniziale vantaggio del Napoli firmato Ezequiel Lavezzi



Parma-Roma. Il precedente.

Esordio all'ora di pranzo per la nostra Roma. Per la prima volta nella nostra storia giuocheremo alle ore 12,30, in quella nuova fascia oraria che và ad affincarsi alle tre "extra" già esistenti. Le prospettive pel match non sono delle migliori, anzi. Nonostante i proclama iniziali le due squadre si trovano clamorosamente impelacate a giuocarsi uno "spareggio salvezza". Ovviamente il campionato è ancora estremamente lungo e sicuramente la Roma troverà le forze e i punti per risollevare una classifica che ad oggi risulta essere spietatamente deficitaria. A livello societario le acque sono più che agitate. Ormai da Luglio Rosella Sensi è poco più che un Presidente di rappresentanza. Il vero proprietario e padrone della Roma è l'Istituto Unicredit, attraverso il suo uomo di fiducia Giampaolo Montali: il dirigente abile a presentarsi in sala stampa solo quando si vince (In ciò, a onor del vero non differendo di molto da Rosella Sensi). Tutto ciò sta creando un pericoloso clima da "rompete le righe", anzi ancor meglio da "Tutti a casa" all'interno di Trigoria; ovviamente, dato che i guai non vengono mai da soli, ci si aggiunge anche una preparazione atletica di Claudio Ranieri clamorosamente e indifendibilmente sballata, che sta mettendo la squadra nelle condizioni di tremare e sfiatare nell'ultimo quarto d'ora di OGNI incontro. Chiaramente, questo totale sbando nel quale si trova la Roma nel suo complesso, non poteva non sfociare in una sfiducia mostruosa nei confronti dell'allenatore. A tal proposito, dopo la pesante sconfitta interna di Champions col Basilea, è arrivato il momento del chiarimento: prima Presidente, Montali, Ranieri e una rappresentanza della squadra; poi Montali e tutta la squadra; infine un faccia a faccia nello spogliatoio durato un'ora tra la squadra e il tecnico. Chiaramente non è dato sapre i contenuti dei colloqui, ma si parla di confronti estremamente franchi, quasi duri, durante i quali i giocatori avrebbero espresso tutta la loro "perplessità" sui metodi d'allenamento e sull'attegiamento eccesivamente rinucniatario, con Totti e Borriello troppo soli là davanti, tenuto da Ranieri e trasmesso all'intero team. Per ora, al Venerdì, si parla di una Roma che a Parma dovrebbe tornare allo Spallettiano 4-2-3-1, con Borriello centravanti e Totti trequartista; ovviamente avvalendosi anche di metodologie d'allenamento che richiamino i carichi di lavoro dei tempi del Capoccione. Intanto, note a margine, ancora aleggia lo spettro di Leonardo come sostituto di Ranieri qualora la Roma dovesse prendere l'imbarcata a Parma. Nota a margine: dopo la clamorosa eliminazione dagli Europei di categoria per mano della Bielorussia, l'Under 21 è stata affidata a Ciro Ferrara. E così, anche questo giro, il certamente migliore Francesco Rocca rimane ai margini, a mietere successi con l'Under 20, a raccogliere attestati di stima infinita da tutti i suoi ragazzi e a rimanere con un pugno di mosche. Che non sia l'occasione, dalle parti di Trigoria, per strappare il caro vecchio Kawasaki a una federazione ingrata e finalmente riportarlo a casa?
Dato che del doman non v'è certezza, tuffiamoci nel passato. Per una sorta di contrappasso cronologico, adesso che ci troviamo agli sgoccioli della presidenza Sensi, la memoria torna ai suoi albori, alla prima stagione, qualla strana e, per molti versi simile all'attuale, stagione 1993-94. Anche allora dovemmo toccare il fondo per risalire, anche allora avevamo un allenatore minestraro, anzi il maestro dell'attuale, che si mise contro parte dello spogliatoio, ma anche allora ci fu un aspro scontro nelle segrete di Trigoria che regalò ai nostri colori un finale di stagione dignitoso. Ecco proprio in QUEL finale di stagione si colloca il nostro ricordo: era Domenica 10 Aprile 1994 e la Roma andò a Parma reduce da due vittorie casalinghe consecutive (Contro Lecce e Cagliari), cosa che in quella stagione non era ancora accaduta, grazie alle quali si era tirata fuori dalla lotta per non retrocedere. Contro il Parma del rampante Tanzi, ancora lontano dai guai giudiziari che ne smascherarono gli imbrogli dieci anni dopo, prossimo finalista della prestigiosa, all'epoca, Coppa delle Coppe, scese in campo una Roma più tranquilla che affrontò a viso aperto i più quotati emiliani. La tranquillità, l'indubbio tasso tecnico della Roma permisero ai Lupi di portare a casa un prezioso 2-0 firmato Balbo e Festa. Quella fu la terza vittoria consecutiva della striscia di cinque vittorie e un pareggio che cogliemmo in quell'esaltante finale di stagione. Altra nota a margine: l'unico pareggio fu uno strano 2-2 maturato a Milano contro l'Inter, figlio anche di un rigore preteso e sbagliato da parte di Mihajlovic (che allora disonorova la maglia della Roma)... quel pareggio consentì all'Inter di salvarsi!


mercoledì 20 ottobre 2010

Roma-Basilea 1-3.

Cos'altro dire? Il miglior commento è il risultato. Abbiamo preso tre schiaffi dal Basilea in casa! La Roma non c'è, non esiste. Non ha la benchè minima trama offensiva, per stessa ammissione dell'Incompetente: "Io non credo negli schemi offensivi" Ipse dixit. Il bello che non esiste nemmeno la fase difensiva. Allora la domanda è: "Ma cosa cazzo fanno a Trigoria?", ma soprattutto la dirigenza DOV'E'? Montali si ricorda di essere l'ottimizzatore della Roma solo quando vinciamo, quando la Roma perde è uccel di bosco. L'attuale presidenza è commissariata, Pradè forse sta alle Hawaii e Bruno Conti? Bò? Urge porre rimedio alla situazione, agli equivoci. Ranieri ha impostato tutta la preparazione sul 4-3-3 e poi si presenta col 4-4-2, senza esterni: il solo Taddei al rientro dopo cinquanta giorni è nel suo ruolo, infatti è uno dei pochi che combina qualcosa. A sinistra Perrotta, con ruoli persino di dribbling e salto dell'uomo. Il risultato? Retropassaggi insignificanti e la fuga di tale Inkuum (Ma chi cazz'è?) in occasione della seconda segnatura sguizzera. La soluzione ci sarebbe e si chiama Francesco Rocca, ovviamente previo esonero dell'incompetente. Purtroppo così non avverrà MAI, perchè la Roma è una squadra di vecchi spompati commissariata. Mala tempora currunt!




lunedì 18 ottobre 2010

Roma-Basilea. Il precedente.

Dopo 72 ore scarse torna in campo la Maggica. Non c'è stato nemmeno il tempo di rifiatare e godersi la vittoria "Brodino" contro il Genoa che già ci attende un match IMPORTANTISSIMO in vista del cammino di Champions League. Il Basilea è una squadra ferita e, forse, persino maggiormente motiviata rispetto alla Roma. Le due sconfitte nelle prime due giornate di Champions la costringono nella scomoda posizione di dover vincere a tutti i costi per continuare a sperare quantomeno nel terzo posto. Situazione, questa, che complica ulteriormente i compiti anche per i nostri malconci eroi. La memoria dell'incontro, questa volta, ci riporta indietro di meno di un anno, allorquando Giovedì 03 Dicembre 2009 affrontammo, nell'ultimo turno interno, proprio gli anteisgnani del Barcellona. Anche quella era una partita da gironcino e da dentro/fuori, per quanto fosse il gironcino d'Europa League.La Roma di quel Dicembre, in forma smagliante, piegò, non senza ansie, gli svizzerotti per 2-1, ribaltando il risultato, prima con un rigore firmato TOTTI al 32esimo del primo tempo, indi con un goal di Mirketto Vucinic al 13esimo della ripresa. Quella vittoria ci valse la matematica qualificazione ai sedicesimi d'Europa League. La seguente vittoriosa trasferta di Sofia ci regalò la vittoria nel gironcino. Quella sconfitta, invece, costò la qualificazione al Basilea.


domenica 17 ottobre 2010

Roma-Genoa 2-1. Olè!

La sassata di Borriello fa più male del mattone sulla Mercedes di Totti. La spaccata di Brighi spegne le polemiche più di qualunque silenzio stampa (in modalità "singhiozzo"). E’ l’equazione perfetta della Roma: un gol per tempo, un Totti in versione notti magiche, con alle spalle un geometrico e onnipresente Pizarro. Nonostante lo spavento di Rudolf, il bel Genoa di Gasperini è sul tappeto dell’Olimpico (2-1). Stesa da una Roma brillante, e stremata nel finale.Li aveva preparati in settimana, e due sms l’Olimpico li spedisce in fretta. Il primo è per i minatori cileni. La mano che trasforma un pensiero in parole è quella del cileno Pizarro, che distribuisce una maglia bianca a tutti i suoi compagni di squadra. Sopra si legge ‘Bentornati 33’: è il saluto dei giallorossi ai trentatre minatori cileni estratti vivi dopo oltre sessanta giorni settecento metri sottoterra. Il secondo sms è un pensiero che si modella in un coro della Sud. Tutto per il Capitano, per quel Francesco Totti in settimana al centro di polemiche, con tapiri, blocchetti di tufo contro la sua Mercedes, e un’astinenza dal gol da 160 giorni (l’ultima volta: Roma-Cagliari dello 09 maggio u.s.). L’inizio della Roma è una corsa verso il vuoto. Uno slancio di rabbia, generosità ed entusiasmo. Sapendo di dover solo vincere, per riacciuffare una stagione che sta sfuggendo dalle mani troppo presto. Per la prima volta nell’anno del calcio 2010-2011, Totti fa il Capitano di Ventura: il suo piede (delizioso) è in tutte le azioni da gol, suo l’assist per il primo gol di Borriello, ed è una mina sempre pronta ad esplodere nella difesa genoana: come dire, a secco dalla primavera ma non cotto. La Roma gioca bene: Pizarro è insostituibile, e si fa in quattro per far dimenticare l’assenza di De Rossi. Taddei e Perrotta sono immarcabili e letali negli inserimenti. Il Genoa va in crisi nei primi 25 minuti, travolta dalla foga giallorosa. Al 6’ è dubbio il tuffo di Perrotta, forse toccato da Edoardo in uscita; al 19’ sul taccuino finisce il palo di Borriello, e un minuto dopo Totti spara tra le braccia di Edoardo. Il Genoa non si fa schiacciare e accetta la sfida della Roma di una gara al massimo. Lo spettacolo diventa godibile, il ritmo alto, le azioni su entrambi i fronti. I genoani squillano dalle parti di Lobont con Toni (21’) e poi con Criscito (28’). Il pubblico dell’Olimpico si diverte, e nel momento migliore del Genoa, la sassata di Borriello (su assist di Totti) vale l’1-0.Ha la stoffa. E l’orgoglio. E quando c’è bisogno di personalità, lui ne ha vendere. Proprio come avrebbe fatto il titolare della posizione di gioco che occupa questa sera: Matteo Brighi, il vice De Rossi, è lui che chiude (almeno virtualmente) la sfida. Una spaccata coraggiosa in mezzo a due difensori genoani, la palla si alza e beffa Edoardo (è l’8’). Roma avanti 2-0, ma non è finita. Rudolf, entrata da poco, prende la traversa (al 12’), e tre minuti dopo Borriello di potenza replica al collega rossoblù: legno pieno. Passano i minuti all’Olimpico, ma lo spettacolo non scade. E quando alla mezz’ora Pizarro ha i crampi, Ranieri decide di lasciarlo in campo (nel frattempo cambia Perrotta con Castellini). Ma mentre Pizarro stenta a correre, la Roma è punita dal lampo genoano: Rudolf colpisce e fa 2-1, approfittando di una dormita difensiva. La Roma è stanca, stremata, ma regge nel finale. Con il cuore. Ci mette l’orgoglio, e la Roma vince. Questa notte Ranieri potrà dormire tranquillo.




venerdì 15 ottobre 2010

Roma-Genoa: i precedenti.

Dopo due settimane ci rituffiamo nel campionato. Le due settimane trascorse sono state caratterizzate da una lunga pausa negli allenamenti e qualche piccolo processo ai danni del Mister e della campagna acquisti. Purtroppo, invece, il vero processato è stato l'unico vero incolpevole, sempre e comunque, ovverosia Francesco Totti, che è arrivato a dirsi pronto a farsi da parte qualora dovesse essere LUI il problema. Ovviamente mentre ritirava l'ennesimo riconoscimento internazionale a una carriera strepitosa. E' vero, a lavare la testa ai somari ci si spreca acqua e sapone. La Nazionale ha registrato uno scialbo zero a zero contro l'Irlanda del Nord a Belfast e il 3-0 a tavolino, contro la Serbia pel match mai giuocato causa intemperie dei tifosi serbi giunti a Genova con lo scopo di minacciare i propri giuocatori, rei di aver perso in casa con l'Estonia. Intanto iniziano i rumors di un possibile fallimento per la nostra Roma. Che sia alle viste il "Salvatore della patria"?
Intanto è meglio riprendere il cammino col campionato: la classifica ci vede mestamente al penultimo posto, un punto sopra l'Udinese. La stagione non presagisce alcunchè di buono. Allora è meglio ricordarsi d'una bella vittoria: l'8 Febbraio 2009l'ultima Roma targata Spalletti sfoderò una prestazione da "Braccia larghe, bocca verso il basso e occhi sgranati", piegando per tre a zero i tronfi grifoni di Gassperini grazie ai goals di Cicinho (Ultima buona prestazione in maglia giallorossa di Cicero), Vucinic e Baptista in chiusura. E allora Daje Roma.... nun potemo che risalì


martedì 12 ottobre 2010

Totti vince il Golden Foot 2010!



Il numero dieci della Roma ha trionfato a Montecarlo dopo un testa a testa con l'ex bandiera del Real Madrid Raul. Grandi nomi nell'albo d'oro della manifestazione: da Ronaldinho a Baggio, da Del Piero a Nedved. Totti lascerà l'impronta dei propri piedi sul lungomare di Monaco: «Presto i tifosi rivedranno la vera Roma. Possiamo uscire dalla condizione in cui siamo e presto il vero Totti. La Nazionale? Se arriverà una chiamata parlerò con Prandelli. Ranieri? Sono a sua disposizione. Se sto bene vorrei giocare, ma se mi vorrà mandare in panchina, accetterò»

...E ORA RIPORTACI IN ALTO, GRANDE CAPITANO!

domenica 3 ottobre 2010

Napoli-Roma 2-0

c'è poco da dire, quando si perde in casa del vibrione del colera senza fare un tiro in porta che è uno, con un allenatore totalmente nel pallone, che non ha saputo trasmettere uno straccio di identità alla squadra, che si vanta di non provare gli schemi d'attacco, perchè, per lui, non esistono. I goals di Hamsik e l'autogoal di Juan, alla fine del secondo tempo altro non sono che la logica conseguenza di una gestione approssimativa, antiquata e dilettantistica della parte tecnica del team. Adesso ci aspettano due settimane di sosta per le partite della nazionale, unica nota lieta la convocazione per Borriello. Purtroppo saranno due settimane perse nelle insipide mani di Claudio Ranieri, un tecnico talmente deprimente da farci rimpiangere il sopravvalutato Spalletti.
Mala tempora currunt!
PS: C'è persino chi dice che il problema sia Totti.......




venerdì 1 ottobre 2010

Napoli-Roma. L'arbitro

Paolo Tagliavento di Terni. Nato il 19 Settembre 1972. Esordio in serie A datato 18 Maggio 2004, in Chievo-Bologna. Viene coinvolto in calciopoli, ma completamente scagionato.
L'ultimo precedente ci arride, anche se ci ha lasciato un po' di amarezza. Era QUEL sedici Maggio 2010, allorquando i goals di Vucinic e De Rossi ci regalarono la vetta della classifica all'ultima giornata, almeno fino al vantaggio interista firmato Milito, a Siena. Una pagina, quella di quel pomeriggio, che ricorderemo sempre con orgoglio... 20mila tifosi e 3milioni di Cuori si strinsero intorno alla Roma, sulle note di "Maledetta Primavera", riveduta da Rinho in ""Voglia di stringersi un po'", perchè, al di là dei risultati, "CHI TIFA ROMA NON PERDE MAI"


Napoli-Roma. Il precedente.

Eccoci all'ultima fatica prima della sosta pella Nazionale. Il calendario propone il "Derby de Sole", un match dal forte carico di tensione, stante la fortissima rivalità tra le due tifoserie, dopo qualche anno fatto di uno strano gemellaggio. La rivalità che divide le due tifoserie è talmente forte da aver costretto la Lega a vietare la trasferta ai tifosi della Roma.... ennesima prova di quanto sia inutile la "Tessera del tifoso". Purtroppo la tessera si colloca lungo una linea di imcomprensibile idiozia che caratterizza tanto chi gestisce il calcio, quanto chi è chiamato a decidere del nostro amato Paese: è da registrare il deferimentoai danni del Presidente Sensi dopo le dichiarazioni di commento al furto perpetrato da Russo in Brescia-Roma del 22 Settembre U.S. Curiosamente la Dott.sa Sensi è stata deferita dagli stessi che il giorno successivo a Brescia-Roma le diedero ragione. Misteri di un'Italia nella quale proprio ieri è stato approvato il pedaggio sul Raccordo e sulla Fettuccia.
Intanto non possiamo, per dimenticare le amarezze, che buttarci a capofitto sui ricordi di Napoli-Roma. Ovviamente per chi come noi adora il bel calcio non può non tornare in mente l'unico incontro di serie "A" che vide opporsi Maradona e FALCAO. Era il 16 Dicembre 1984 e la prima Roma di Erikson ( accompagnato in panchina, per ragioni burocratiche dal compianto Roberto Clagluna), ancora scossa dalla beffa dei rigori del Maggio precedente, che voleva ricostruire un ciclo dopo la grandissima era Liedholm, scese in quel di Napoli per affrontare un Napoli mediocre, nel quale, però, spiccava come un fulgido diamante, la figura del "Pibe de Oro". Il risultato finale parlerà di una vittoria giallorossa per due a uno, grazie all'autogoal di Marino al settantasettesimo. Ma, nonostante fosse stata una vittoria "Anonima" in una stagione di transizione "anonima" per entrambe le squadre, per noi della Roma quella vittoria ha a suo modo un suo valore storico: il goal del vantaggio romanista fu l'ultimo segnato nella sua strepitosa carriera romanista, dal DIVINO PAULO ROBERTO FALCAO. "Il più grande giocatore al Mondo senza mondo"... come disse Carmelo Bene, milanista adorante il "divino"