domenica 27 febbraio 2011

Roma-Parma 2-2

L'esordio di Montella alll'Olimpico da allenatore della Roma si rivela un'incompiuta. I giallorossi, avanti 2-0 con il Parma alla mezz'ora della ripresa grazie ai gol di Totti, su rigore, e Juan, si fanno riacciuffare per colpa di 5' di follia, che consentono ad Amauri di perfezionare la doppietta che vale il 2-2- finale. A 15' dalla fine si poteva parlare di vittoria in carrozza di una Roma cinica che aveva concretizzato le prime due occasionei da rete create, sempre su calcio piazzato, mettendo così la partita in discesa. Non forzando mai il ritmo di gioco, ma non concedendo nulla dietro, anche per gli evidenti demeriti di un Parma inspiegabilmente rinunciatario.La vittoria poteva essere l'occasione per rinconciliarsi con il pubblico dell'Olimpico ferito dal tracollo di rendimento che ha poi portato alle dimissioni di Ranieri. Poi è successo che Amauri si è svegliato, sottoporta, segnando due gol, il primo meraviglioso, sfruttando le magagne di una difesa giallorossa improvvisamente di nuovo da film dell'orrore. E nel finale Dzemaili prima e Giovinco poi hanno sfiorato addirittura il colpaccio. E così è finita con i fischi di un Olimpico tradito da un'altra prestazione sconcertante, parente poi non troppo alla lontana di quella di Marassi contro il Genoa. Che complica la rincorsa ad un posto Champions, mentre il Parma fa un passo verso la salvezza. Nel primo tempo la Roma si trova avanti 2-0 dopo aver fatto il minimo sindacale. Il Parma infatti se ne sta rintanato in trincea, nonostante schieri due mezzepunte, Candreva e Giovinco, e un centravanti, Amauri. E allora i giallorossi - schierati con il 4-2-3-1 di spallettiana memoria, con Pizarro a fare il metronomo di centrocampo - prendono in mano anche solo per inerzia le redini del gioco. I ritmi sono blandi, ma i gol arrivano lo stesso: su calcio piazzato. Prima su rigore. Decretato per un intervento di Lucarelli su Taddei, dopo che Totti ne aveva richiesto invano uno in precedenza per un tocco sospetto su di lui di Paletta. Rigore realizzato proprio da Totti, con un destro violento. Il capitano giallorosso festeggia così le 600 partite con la Roma. Il Parma non si scompone più di tanto, nonostante lo svantaggio. E capitola di nuovo. Il raddoppio è di Juan, sostituto di giornata dello squalificato Mexes, che segna sottomisura su azione d'angolo. Il brasiliano raccoglie nell'area piccola la corta respinta di Mirante sul colpo di testa di De Rossi e segna la seconda rete del suo campionato. All'intervallo è 2-0. Doni non ha toccato palla. La mazzata per la Roma arriva, comunque, nel recupero: si fa male Pizarro al ginocchio destro, esce in barella. Montella inserisce Simplicio per Pizarro. La Roma giochicchia, tiene il pallino del gioco. Allora Marino manda in campo Crespo per Morrone, l'argentino va a fare compagnia davanti ad Amauri. C'è qualche guizzo di Totti, in buona condizione, poca roba. Ma alla mezz'ora la partita si riapre. Grazie a uno splendido gol di Amauri, che segna solo gol difficili: dopo la rovesciata con cui ha realizzato la prima rete per gli emiliani arriva uno spettacolare centro di tacco, deviando un cross teso dalla destra. La Roma torna quella distratta vista di recente con Ranieri e improvvisamente una retroguardia che non aveva concesso niente frana rovinosamente: Burdisso pasticcia in mischia e un rimpallo su di lui spalanca la porta ancora ad Amauri, che con una zampata di sinistro trova il 2-2. Partita riaperta in 5'. Dal nulla. Il Parma segna sfruttando i primi tiri in porta. La partita diventa spettacolare. La Roma si riversa in avanti, guadagna l'espulsione per doppia ammonizione di Paci, e prova a ritornare avanti con i nuovi ingressi di Menez e Borriello. Le emozioni si susseguono, da una parte e dall'altra. Dzemaili fa effettuare il primo tuffo a Doni, e sfiora il gol del colpaccio, come Giovinco con un pallonetto bellissimo, largo. Una partita pazza, bruttina per 70' e divertentissima nel finale si chiude 2-2. Che per il Parma sembra quasi una vittoria e per la Roma quasi una sconfitta: lo dicono i fischi finali di un pubblico dell'Olimpico inferocito.

venerdì 25 febbraio 2011

Roma-Parma. L'arbitro.

E' Christian Brighi. Nasce a Cesena lo 03 Luglio 1973. esordisce in Serie "A" a 30 anni, lo 07 Dicembre 2003 allorquando diresse Sampdoria-Siena 2-1. A livello internazionale non è mai andato oltre la figura di "Quarto uomo" nelle partite di Champions League.
L'ultimo precedente risale allo 06 Gennaio 2011 allorquando diresse Roma-Catania terminata 4-2 per i colori giusti.

Roma-Parma. Il precedente

E' il momento dell'esordio assoluto all'Olimpico per Vincenzo Montella allenatore. Dopo la vittoria di Bologna la Roma è come "a metà del guado", come color che son sospesi. La sensazione è stata quella di una squadra viva, capace, se messa col suo più congeniale 4-2-3-1 di sapersi muovere, quindi ad oggi sembrano essere rinate sensazioni positive in vista del proseguio di stagione e, in parte, anche della prossima. Essendo passate solo 48 ore dall'ultimo match non ci sono notevoli cambiamenti di cronaca, se si esclude la richiesta presentata dallo Shaktar di squalifica verso De Rossi, reo di aver colpito un avversario col pugno nell'incontro di andata di Champions. Questo blog non si esprime, non avendo ancora visionato il video incriminante, ma sottolinea come lo Shaktar abbia aspettato quasi 15 giorni per appellarsi alla UEFA e, soprattutto, come questo ricorso sia arrivato il giorno seguente la vittoria di Bologna... non è che le sensazioni positive verso la Roma che abbiamo avuto noi le hanno avute pure i dirigenti dello Shaktar?
Intanto sempre in ambito De Rossi registriamo come l'emittente Centro Suono Sport e, soprattutto la trasmissione "Te la do io Tokyo" lascino intendere, soprattutto col trucchetto delle telefonate in diretta, che De Rossi sia artefice di una sorta di tradimento tanto verso la dirigenza Sensi quanto, soprattutto, verso TOTTI, sottolieando spesso come questi sia stato lasciato solo in panchina a Bologna, facendo parlare al telefono uno spettatore che ha raccontato di aver visto il pullman della Roma uscire dal Dall'Ara con Totti seduto dietro da solo e, soprattutto, sottolineando l'"infamata" di De Rossi, ovverossia quella di essere corso ad abbracciare Doni a fine partita, dimostrando come il mediano abbia scelto di schierarsi col "clan" dei brasiliani e di Montali, esautorando prima Sensi, poi Totti e, infine, Ranieri. Ovviamente nè Mario Corsi nemmeno gli altri presentatori della Radio hanno MAI detto una frase simile, ma il concetto, supportato da telefonate mai interrotte, è in buona sostanza questo. Quando penso a De Rossi e Doni a me, invece, vengono in mente le frasi del mediano alla fine di Milan-Roma quando difese Doni, soprattutto da certi papponi che entrano a Trigoria e fanno il comodo loro e poi per radio insultano Doni. (Citazione quasi testuale) Il lunedì seguente Mario Corsi ovviamente glissò sul tema, sostenendo come, a suo dire, dopo aver sentito De Rossi privatamente al telefono, quelle parole di fuoco fossero rivolte a Alessandro Lucci e non a lui.
Intanto, siccome il clima che si respira intorno alla squadra è una fogna, vorremmo rimembrar cose maggiormente piacevoli. Anche se la memoria ci riporta a tempi fossanche peggiori, il ricordo resta dolce e, in questo momento è doveroso. Era il 19 Dicembre 2004 e, oltre ad essere il compleanno di un nostro amico al quale non faremmo MAI mancare un caloroso abbraccio, la Roma si trovava col quarto allenatore stagionale, quello che in quella disgraziata stagione avrebbe fatto più punti sia assoluti sia per singolo incontro: il bistrattato Luigi Delneri. Era quell'anno una squadra tecnicamente superiore ai risultati ottenuti, ma senza uno straccio di gioco e preparazione, svuotata nell'animo e nel fisico da 5 anni di Capello, dalla malattia di Franco Sensi, dalle diatribe interne tra Rosella Sensi e Franco Baldini, da un Cassano ingombrante e maleducato, dal rischio fallimento dell'estate precedente e menomata da Luciano Moggi che, scoprimmo poi, quell'anno eterodiresse tutta la stagione, favorendo i suoi amici! Nonostante le premesse da tracollo quella squadra aveva davanti due signori che rispondevano ai nomi di Vincenzo Montella e Francesco Totti. Quel giorno batterono da soli il Parma, rifilando ai malcapitati emiliani una doppietta a testa, intramezzata dal goal di Cassano. Da ricordare soprattutto il primo dei due goals del Capitàno, non tanto per la difficoltà, ma perchè con quella segnatura toccò quota 107 goals con la Roma diventando il miglior cannoniere della Roma di tutti i tempi. Un traguardo che festeggiò sfoggiando una maglietta dedicata alla Roma, ma soprattutto al suo amore per questa squadra, con la scritta "107 volte solo con te", con quel TU così carico di sentimenti che si regala solo alla donna amata. E noi, invece, ieri, oggi, domani e sempre non potremo dir altro al nostro capitano solo che GRAZIE!!!!!

giovedì 24 febbraio 2011

Bologna-Roma 0-1. Olè!

Avevate mai visto un allenatore esonerato al diciassettesimo del primo tempo, soprattutto considerando il fatto che nel frattempo è pure cambiato l'organigramma societario? Beh, la Roma è riuscita a mettere su anche questo piccolo recordo. Andiamo con ordine: allora dopo la bruciante sconfitta di Genova, quinta partita di merda consecutiva, Ranieri è stato costretto a dare le dimissioni e sostituito da Top Gun Vincenzo Montella! Il tutto mentre a Trigoria veniva creata la figura del "Direttore Operativo" per Gipì Montali, un ulteriore esautoramento della figura di Rosella Sensi, ormai sempre più presidente commissariato.
Fatto stà che l'esordiente ex centravanti della Roma campione d'Italia si è trovato catapultato dai "Giovanissimi" alla prima squadra, con molti dubbi e molti amici in prima squadra. Sin dalla conferenza stampa di presentazione ha dimostrato buona personalità, mettendo in chiaro le cose ("Quì decido io!" le sue prime parole) e annunciando un ritorno al 4-2-3-1 di Spallettiana memoria. Il tutto corroborato dalla scelta societaria di affiancargli Andreozzi, ex preparatore atletico del tecnico futuro Juventus. In campo le cose si sono viste subito, col rientro di Doni e dell'improvvisamente guarito Pizarro. Inizialmente le uniche variazioni al tema Spallettiano sono Borriello al posto di TOTTI e Simplicio sul posto che fu di Perrotta (infortunatosi a Genova), infatti erano gli unici un po' spaesati in mezzo al campo. La partita si avvia in modo molto strano: infatti si riparte da calcio d'angolo sul quale non è perfetto Doni, colpito, comunque, dall'avanti avverso. Sembra di assistere a un match estivo, talmente sono bassi i ritmi dell'incontro. Al 45esimo un'accelerazione di Vucinic su palla persa dall'attacco romanista mette De Rossi in condizioni di tirare da dentro l'area di rigore. La palla è deviata dal difensore felsineo ed entra. La Roma è in vantaggio chiude così il primo tempo. Nella ripresa la Roma subuisce non poco il ritorno dei bolognesi, schiacciandosi in maniere eccessiva a ridosso della propria area di rigore, finchè Montella decide che sia arrivato il tempo di tornare agli antichi splendori e prima fà entrare Totti al posto dello spaesato Borriello, indi Brighi per Simplicio e, al 38esimo, Menez per Vucinic. La Roma è maggiormente pericolosa soprattutto nei contropiedi ben orchestrati dal Capitàno ora per Menez ora per Brighi che sciupa un'occasione d'oro. La sofferenza nelle retrovie è tanta, ma, onestamente, il Bologna non tesse trame offensive eccessivamente studiate. Fatto stà che, dopo tre minuti di recupero, Banti suggella la prima vittoria di Montella allenatore della Roma, con l'intera squadra che si abbraccia, un TOTTI lasciato un po' ai margini, anche se il primo abbracciato dal neo mister è stato proprio LUI.

domenica 20 febbraio 2011

Genoa-Roma 4-3.

La Roma aveva bisogno dei tre punti e sembrava esser riuscita a prenderli, grazie ad una primera frazion durante la quale ha dimostrato d'esser padrona del campo impreziosita dal terzo goal in apertura di frazione siglato da Capitan Totti lesto a conchiuder un favoloso contropiede ispirato da Borriello. Quando tutto sembrava essersi instradato verso un meritato ritorno al successo, invece il patatrac. Il Genoa è stato lestissimo a riaprir il match con Palacio, la Roma ha rivissuto tutti gli incubi stagionali (Bologna e Chievo su tutti) e poi Paloschi e ancora Palacio e infine Paloschi, nel giro di mezz'ora hanno ribaltata il risultato. E' inutile cercar di capir le colpe: indubbiamente un tracollo psicologico (Sul quale la responsabilità ricade tutta su Ranieri), un tracollo fisico (Responsabilità in parte di Ranieri che non ha fornito l'adeguata preparazione atletica in estate, ma anche dell'età eccessivamente avanzata del roster) e poi scelte tattiche incomprensibili: far uscire un onesto Simplicio, capace, comunque, di dare spessore alla mediana romanista, per Menez, mandando così in inferiorità un centrocamapo già esposto a eccessive sofferenze; e poi la chicca finale, ovverossia far uscire Borriello per far entrare Simone Loria, col risultato di schiacciare la Roma troppo sulla difensiva, togliendo l'unico avanti capace di dare un riferimento nella ricerca del nuovo vantaggio, mandando in sofferenza una difesa composta da cinque elementi, tre dei quali non in grado di sopportare la Serie "A" attuale (Riise, Loria e Castellini) e due in palese debito d'ossigeno. Alla fine lo società, o almeno quel che ne resta, dichiarerà il silenzio stampa, parlerà solamente Montali che ha dichiarato come la posizione si Ranieri verrà vagliata domani. Ovvero nell'antivigilia dello scontro (Adesso essenziale) di Bologna contro i felsinei in forma smagliante!!
Le solite voci di corridoio danno per imminente il passaggio di consegne a favore della coppia Montella-Stramaccioni. Per la cronaca registriamo le dichiarazioni di Ancelotti che, dopo l'eliminazione dall'FA Cup per mano dell'Everton ha dichiarato come non intenda allenare una squadra che non stia in Champions.....


venerdì 18 febbraio 2011

Genoa-Roma. L'arbitro

Daniele Orsato, di Montecchio Maggiore (SI) il 23 Novembre 1975. Esordisce in serie nella stagione 2007-08.
I ricordi legati a quest'arbitro non sono dei migliori, per quanto l'ultimo precedente risalga al giorno 20 Novembre 2010, allorquando battemmo in casa 2-0 l'Udinese. Sono altri i ricordi che ci fanno venire l'orticaria: lo scandaloso arbitraggio del quarto di finale di Coppa Italia 2008-09, allorquando a Milano contro l'Inter indirizzò pesantemente la qualificazione dalla parte nerazzurra, e poi quando, nell'autunno precedente, diresse Bologna-Roma, terminata 1-1 a causa dell'autogoal nel finale di Cicinho.

Genoa-Roma. Il Precedente

Dopo le rovinose cadute di queste ultime partite che molto ci hanno ridimensionati, abbiamo l'obbligo di riprendere il cammino. E', questa, una cosa ormai nota a tutto l'ambiente romanista, anche per la visita di Paolo Fiorentino, numero due di Unicredit a Trigoria, Giovedì scorso. Visita, tutto sommato, anomala, in quanto il "cassiere" dell'istituto di credito si è comportato di fatto da Presidente, andando a parlare direttamente con i giuocatori, indi poi chiamare a rapporto Pradè, Conti e Montali. Insomma un Presidente in tutto e per tutto. In molti c'hanno visto non solo una delegittimazione, anzi LA delegittimazione definitiva per la Presidenza Sensi, ma anche e soprattuutto una sorta di "apripista" del proprietario in pectore Thomas Di Benedetto. Fatto stà che le solite indiscrezioni parlano di una sorta di ultimatum dato alla squadra e al mister: "O entro la gara di ritorno con lo Shaktar Donetsk la Roma si sarà risollevata, o quì saltate tutti, Mister in primis." In buona sostanza Unicredit vorrebbe far trovare agli acquirenti americani o una Roma ancora in corsa e pimpante, oppure una Roma da rifondare ex novo. Intanto dal fronte societario registriamo la chiamata in causa dell'imprenditore cinese Huang, soggetto assurto agli onori della cronaca l'anno scorso perché si sostenesse interessato al Liverpool (Operazione mai andata in porto), ma noto, soprattutto, perchè di non ben chiare origini. Persino la sua frequentazione al MBA della Columbus University è dubbia. Intanto chi scrive ha voluto spulciare un po' il web, cercando qualcosa su Thomas Di Benedetto: non è il Presidente dei Boston Red Sox, ma ne è solo un socio di minoranza; non è una figura di spicco della New England Sport Venture, ma solo un socio di minoranza, e il suo "impegno" per l'acquisto della Roma è personale e vede coinvolti i propri capitali convogliati nella Boston Internatinal Group, società della quale è presidente dal 1983 e che, pur occupandosi di Sport, trae i suoi principali benefici dal ramo immobiliare del Real Estate di Boston, attraverso la Alexander Inc, di New York. Un palazzinaro a stelle e strisce! Si aggiunga a tutto ciò la diffidenza di Gianni Dragoni del Sole 24 Ore che, in un'intervista rilasciata a Radio Ies, si è dichiarato perplesso sulle reali intenzioni statunitensi, ritenendo l'operazione come una sorta di "Ponte" volto a favorire altri imprenditori italiani.
Dato che il presente è gramo e il futuro incerto non possiamo fare altro che rifugiarci nella memoria, esattamente alla terza giornata della stagione 1989/90: era lo 06 Settembre 1989 e, pensate, ancora c'era il Muro di Berlino. Quella fu la stagione che portò l'Italia a ospitare i Mondiali di Calcio, tutta la Nazione, soprattutto quella pallonara, si stava tirando a lucido e moltissime partite venivano disputate in Stadi-Cantiere o Stadi provvisori. Anche alla Roma toccò quella sorte, forse la peggiore, in quanto costretta a "emigrare" per un anno, più due partite, al Flaminio. Questo stato di precarietà, insieme alla necessità di raccogliere i cocci della stagione precedente, spinse il Presidente Viola a creare una squadra "piccola" ma affamata, e tutto era palese sin dalle prime giornate, come per esempio questa terza, allorquando andammo nel cantiere Marassi e, grazie a una doppietta di Rudi Voeller, sbranammo i malcapitati grifoni che, comunque, avrebbero disputato un'ottima stagione, culminata con l'accesso alla Coppa UEFA all'ultima giornata ai danni della Juventus. Ma quella fu un'altra storia!

giovedì 17 febbraio 2011

Roma-Shaktar Donetsk 2-3

Che schifo. L'immagine che porterò sempre con me sarà Riise col culo per terra in occasione del terzo goal
Adesso scusatemi, sono stanco morto e vado a cercare di dimenticare la merda che ho visto!!




mercoledì 16 febbraio 2011

Roma-Shakhtar Donetsk. L'arbitro.

E' Olegario Benquerença, nato a Leira in Portogallo il 18 Ottobre 1969, internazionale dal primo gennaio del 2001. Viene considerato, attualmente, il miglior arbitro europeo, perlomeno per quel che riguarda le classifiche di rendimento stilate dal sito worldrefree.com.
Ha un precedente con noi che risale alla Champions League stagione 2006-07, allorquando il 31 Ottobre 2006 diresse l'incontro numero 4 del girone eliminatorio contro l'Olympiacos, terminato 1-1 e caratterizzato da un rigore fallito da Totti.

Roma-Shaktar Donetsk. Il precedente

Dopo 04 giorni dalla batosta interna col Napoli abbiamo la possibilità di provare a restituire un senso alla stagione; la tifoseria romanista piange Eolo Capacci, morto in diretta radiofonica Domenica 13 Febbraio, durante la messa in onda del programma su Radio Incontro, e Fabrizio Carroccia, il popolare "Mortadella" morto, a seguito di un brutto male, Lunedì mattina all'Ospedale San Carlo di Nancy. Dal punto di vista societario da ieri il gruppo statunitense, capeggiato da Thomas Di Benedetto ha l'esclusiva per trenta giorni per comprare la Roma. Sembra (quasi) fatta. Sul fronte interno registriamo le dichiarazioni di Ranieri che, in conferenza stampa, ha in buona sostanza dichiarato di sentirsi "intoccabile" nel suo ruolo di allenatore, non foss'altro per il vuoto di società che adesso si vive a Trigoria. Fatto sta che in molti danno in pista di decollo Montello, affiancato da Stramaccioni, per il finale di stagione, in vista o di Ancelotti o di Mazzarri per la prossima annata. Intanto Mexes si è detto in attesa della nuova dirigenza per discutere il suo futuro, o meno, alla Roma. I soliti bene informati dicono come sia nei fatti già d'accordo col Milan, insieme a Marco Cassetti. Anche quì chi vivrà vederà. Intanto il turno di Champions non è iniziato nel migliore dei modi per le italiane, a causa della sconfitta interna rimediata dal Milan per mano del Tottenham, capace di battere i rossoneri a San Siro uno a zero con goal di Crouch; il tutto nonostante l'assenza di Garret Bale. Quello che maggiormente ha impressionato del match di ieri è stata l'assoluta differenza di valori tecnici tra le due squadre, con gli inglesi, quarti nel loro campionato, di dominare in trasferta i capoclassifica della Serie "A".
Dimentichiamo queste tristezze e tuffiamoci nel passato: la memoria ci riporta indietro all'esordio della Roma spallettiana in Champions League. Per quanto fossero passati meno di due anni dall'ultima apparazione romanista nella massima competizione europea, quella sera del 12 Settembre 2006 sembrava di essere tornati a vedere la luce dopo anni di buio. Anche quella sera avevamo di fronte lo Shaktar e, dopo un primo tempo incerto, con gli ucraini spesso pericolosi, nella ripresa, anche grazie all'ingresso di Pizarro, reduce da una contestazione a Mister Spalletti il sabato precedente in casa col Livorno, in venti minuti Taddei, Totti(al primo goal romanista dopo l'infortunio) De Rossi e Pizarro piegarono le velleità ucraine. Un rotondo 4-0 per iniziare una competizione che ci avrebbe visti espugnare persino Lione.

domenica 13 febbraio 2011

Roma-Napoli 0-2.

Come cantava Galopeira nel 2006? "Sò finiti tutti i giochi, se sò spenti tutti i fochi...". La canzone del Galopeira era rivolta alla triade juventina tanata da calciopoli, per noi questi versi sono perfettamente calzanti alla situazione romanista. Con la sconfitta di ier sera è tecincamente finita un'epoca, l'epoca del sogno di vincere con l'autofinanziamento e con questo gruppo che, indubbiamente, ha raccolto meno di quanto avrebbe meritato, almeno per il livello tecinco messo in campo. Ma veniamo alla partita: si è avuta netta la sensazione di un passaggio di consegne, da una parte noi, ormai al capolinea, con molti elementi o a fine carriera o a fine contratto, dall'altra loro, affamati come lupi alla ricerca del tempo perduto in questi lunghi e travagliatissimi 20 anni del dopo Maradona. Chapeu! L'avvio sembra essere dei più promettenti, con Vucinic che si fà parare una conclusione da De Sanctis; ma è un fuoco di paglia, la difesa non tiene botta, John Arne Riise sembra un terzinaccio da lega pro a fine carriera e si fà superare in velocità sempre da Maggio o da Lavezzi. Dall'altra parte Rosi è in preda a crisi isteriche appalesando come non sia e mai sarà adatto alla serie "A", perlomeno ai nostri livelli. I due centrali, Juan e Cassetti, fanno quello che possono, con un centrocampo che troppo spesso si schiaccia sulla linea difensiva, creando solo confusione e non permettendo ripartenze sensate; in avanti Borriello e Vucinic, più Perrotta e Taddei si pestano i piedi, anzichè tirare in porta. Alla fine del primo tempo il risultato è ancora inchiodato sullo zero a zero e per noi è un manna inutile... infatti, siccome non sempre è domenica, soprattutto quand'è sabato, dopo quattro minuti un fuga di Hamsik vede lo slovacco inciampare su se stesso in area, Bergonzi concede un rigore inesistente, le proteste romaniste sono vibranti (anche perchè nel primo tempo aveva permesso una gomitata di Aronica a Taddei, senza nemmeno un prvvedimento disciplinare), ma l'arbitro è irremovibile: Cavani batte, la palla prende il palo alla destra di Bertagnoli entra all'angoletto alla sinistra del portiere e riesce, lo stesso Cavani è lesto a insaccare nuovamente. Ennesima vibrante protesta dei nostri: il guardalinee, infatti, aveva valutato il pallone mai entrato in porta, ma sempre sul palo, ma contemporaneamente aveva convalidato il goal di Cavani su respinta (secondo il guardalinne) del palo... in tal caso il goal sarebbe stato non valido, ma l'arbitro convalida il goal direttamente da rigore. Furto o non furto, dobbiamo essere onesti, vantaggio napoletano meritatissimo. La Roma si butta avanti lancia in resta, col neoentrato Menez al posto di Taddei e, a un quarto d'ora dalla fine, con Totti al posto di Vucinic; il risultato è un costante ingolfarsi degli avanti giallorossi che lascia autentiche praterie ai contropiede napoletani. L'unica occasione degna di nota è un tiro di Menez ben respinto in corner da De Sanctis. All'ottantaquattresimo il passaggio di consegne, percussione sulla destra di Paolo Cannavaro, cross al centro sul quale l'intiera difesa romanista dorme, Julio Sergio compreso, e Cavani è lestissimo di tacco a insaccare il suo ventesimo goal stagionale e la rete della definitiva resa stagionale romanista, della fine di un ciclo per moltissimi giocatori e della pazienza dei tifosi. A fine partita si registreranno le dichiarazioni di Ranieri che ammetterà come il problema sia legato a un diversa condizione fisica (il Napoli stà meglio e corre di più), a una migliore organizzazione degli azzurri e, infine, a un maggior entusiasmo da parte dei napoletani. In pratica ha dichiarato il suo totale fallimento; de registrare le dichiarazioni anche di Perrotta che ha detto come lo scudetto sfiorato dell'anno scorso in molti di loro sia viva la sensaazione di aver perso l'ultima occasione della carriera e di come, anche, in deterimanti momenti di incomprensione tecnica, la società debba stare maggoirmente vicina alla squadra: in pratica ha chiesto l'esonero di Ranieri. Sul fronte societario si registra la probabile decisione di mettere la squadra in ritiro in vista dell'ottavi di Champions con lo Shaktar e il ritardo nella consegna dei documenti da parte degli americani... ATTENZIONE!!


venerdì 11 febbraio 2011

Roma-Napoli. L'arbitro.

Mauro Bergonzi. Genova 30 Dicembre 1971. Tifoso dichiarato della Sampdoria, ha esordito in Serie "A" lo 07 Dicembre 2003 in occasione di Lecce-Parma 1-2. Internazionale dal 2009, esordisce in una gara UEFA in occasione del turno preliminare dell'Europa League 2009/10 tra Sturm Graz-Nijk Siroki Brijeg. Ha diretto lo spareggio salvezza della stagione 2005-06 del campionato albanese tra Skanderbeu e Teuta. Fu, nella stagione 2007-08, al centro di polemiche relative alla direzione del match Napoli-Juventus, polemiche che tuttora gli costano un ostracismo da parte del club bianconero.
L'ultimo precedente risale al turno infrasettimanale di Mercoledì 10 Novembre 2010, allorquando, reduci dalla vittoria nel derby, battemmo 3-2 in casa la Fiorentina.

Roma-Napoli. Il precedente.

Dopo la brutta prestazione in quel di milano la Roma ha l'occasione per riprendere la marcia in campionato, dopo la parentesi-nazionale, uscita dall'amichevole di Dortmund contro la Germania con un buon 1-1. Il calendario ci opporrà i partenopei, in un match che, per nessuna delle tifoserie, è mai uno dei tanti. Antiche rivalità separano i tifosi della Maggica, con i colerosi e terremotati, provenienti dagli autogrill, dove si dedicano alla loro unica attività redditizia, oltre a quelle connesse alla Camorra, ovvero il gioco delle tre carte, nonchè lo spaccio di Rolex falsi e di mattoni in scatole di autoradio.
Per noi della Roma, oltretutto, questo match và a porsi al centro di un Febbraio indimenticabile, al di là di come finirà. Non solo quella di Sabato sera sarà l'ultima partita prima dell'ottavo di Champions contro gli Ucraini dello Shaktar Donetsk (a proposito, ma la UEFA non aveva deciso di radiare le squadra ucraine perchè, avendo come sponsor Unicredit, DOVEVA favorirci? Poveri crani vuoti....), ma anche, e soprattutto, si pone nel bel mezzo della fase di cessione del club. Per oggi Venerdì 11 Febbraio 2011 sarebbe previsto l'arrivo della documentazione relativa alla solidità del gruppo capeggiato da Thomas Di Benedetto per decidere se Rotschild, Roma2000, Newco Roma, Unicredit e Italpetroli possano o meno concedere l'esclusiva agli statunitensi in vista della cessione del Club. Fino a ieri si dava per scontata la data odierna d'arrivo della documentazione, ipotizzando persino un'accelerazione nella trattativa e, di conseguenza, nella cessione; ma già stamattina il Romanista ricordava le problematiche connesse al fuso orario, ritendo, perciò, estremamente concreta la possibilità che il tutto slitti alla prossima settimana. Sul fronte campo si registrano i continui problemi di Adriano: rientrato in Brasile per curare la distorsione alla spalla destra, è stato prima fotografato in unparty con un boccale di birra in mano, poi gli è stata sequestrata la patente perchè, pur essendo stato "pizzicato" palesemente ubriaco si è rifiutato di sottoporsi all'etilometro; in conferenza stampa oggi Ranieri ha detto che, secondo quanto è di sua conoscenza, Adriano era seduto sul lato passeggeri. I conti non tornano. Altre voci ci hanno sussurrato come Ranieri abbia rifiutato un contratto di un anno (anche se non capisce chi glielo abbia proposto) e come Mexes, invece, abbia chiesto un quinquennale a 5milioni di Euro, e anche quì ci chiediamo chi sia stato l'interlocutore del francese.....
Tornando a maggiori certezze la memoria riavvolge il suo nastro indietro di oltre 22 anni: all'epoca il calendario ci tirò un brutto scherzo, infatti si decise di far giuocare la serie "A" persino il giorno di San Silvestro. Era il 31 Dicembre 1988 e per quell'ultima dell'anno all'Olimpico s'affrontarono la Roma e il Napoli. Certo far venire dei napoletani a Roma il 31/12 fu un affare soprattutto per lo smercio di mortaretti e petardi. Dicevamo: quella era una Roma disastrata come lo stadio nel quale era costretta a esibirsi. Dopo i fasti della prima metà degli anni ottanta la presidenza Viola stava passando un periodo di forte ridimensionamento, soprattutto economico; infatti, mentre il presidente aveva proposto per i Mondiali di Calcio, l'edificazione di un nuovo stadio, il Coni preferì "ristrutturare" (nei fatti sventrare e riedificare) il vecchio Stadio Olimpico: il risultato fu una strattura brutta al posto di qualcosa di organico al resto del Foro Italico, costi lievitati mostruosamente e grave perimento per le casse della Roma nel momento in cui l'arrivo di Berlusconi aveva già fatto saltare tutti i parametri economici. Quella stagione la Roma s'era presentata al via con una rosa molto ampia, numericamente, ma assolutamente inadeguata alle vette della serie "A", nonostante le aspettative del pubblico romanista, inebriato dal facile terzo posto della stagione precedente. Per intendersi era l'anno di Andrade e Renato, ma anche del non facile inserimento del giovane Rizzitelli, chiamato a sostituire nientemeno che Bomber Pruzzo, passato a chiudere la carriera a Firenze, del prestito dal Milan di Daniele Massaro e dell'arrivo dal Napoli dell'Epurato Moreno Ferrario. Nonostante la rosa romanista avesse dei limiti strutturali impressionanti, acuiti oltretutto dal crepuscolo di Nils Liedholm, ormai superato, nel suo futbol bailato, dalle asfissie tattiche di Sacchi, quell'ultimo pomeriggio del 1988 la Roma fece il suo figurone, contro un Napoli che, comunque, schierava tal Diego Armando Maradona, oltre a Giordano, Careca, Carnale, Crippa, De Napoli, Ferrara e Corradini (per citarli in ordine sparso). La partita fu giuocata una porta sola, con la Roma capace di scagliare ben otto tiri in porta contro i tre soli dei partenopei; però s'aveva la sensazione che per la Roma quella sarebbe stata una partita stregata, almeno fino all'87 allorquando un'azione insistita di Tempestilli portò lo stesso futuro dirigente romanista a crossare per Voeller che di testa insaccherà alle spalle del compianto Giuliano Giuliani. Un goal a tre minuti dalla fine ci regalò una vittoria sofferta e meritata, che ci illuse di poter tornare a competere per le vette altissime della Serie "A"; ma quello sarebbe stato l'ultimo acuto prima di un inverno mostruoso... basti pensare che la vittoria successiva sarebbe arrivata il 2 Aprile successivo! Ma questa è un'altra storia.

martedì 8 febbraio 2011

Inter-Roma 5-3.

Una partita semplicemente oscena. Varii commentatori si sono affrettati a definirlo un match divertente, persino Marco Borriello ha detto d'essersi divertito, ma abbiamo il sospetto che a divertirsi siano stati solamente l'interisti. Veniamo al "match": pronti via e la Roma và subito sotto con un goal da fuori area di Snejder sul quale Julio Sergio è bravissimo, a inginocchiarsi e guardare il pallone togliere la ragnatela agli incroci.... La Roma sembra, comunque, viva e riesce a buttarsi avanti facendo persino qualche scambio di prima. Proprio da una di queste azioni nasce il pareggio di Simplicio: percussione di Vucinic sul centro destra dell'area di rigore interista, discesa di Cassetti che riceve sulla corsa dal montenegrino, ingresso in area del laterale romanista che centra verso il secondo palo, sul quale è lesto il brasiliano a anticipare Maicon e pareggiare. Sembra essere nata un'altra partita, che la Roma potrebbe persino vincere. L'occasione migliore capita prima a Vucinic che tira da fuori area, Julio Cesar respinge sul tuffo di Borriello, ma lo stesso portiere nerazzurro respinge sui piedi dell'accorrente Menez, parecchio defilato che di prima tira, ma sempre Julio Sergio respinge. L'impresisone è quella di una partita tra due squadre con attacchi sufficientemente forti e difese estremamente mal posizionate: Ranocchia-Cordoba da parte nerazzurra sofforno molto, mentre la Roma soffre sugli esterni quest'anno latitanti in fase difensiva: Riise e Cassetti. La differenza è che la coppia sofferente nerazzurra era "di riserva"..... Sul capovolgimento dell'azione testè descritta una percussione di Eto'o terminata con un tiro debole sul quale si sdraia la pancia di Julio Sergio porta, nuovamente, in vantaggio l'Inter. E quì, purtroppo, finisce il secondo tempo, con un Eto'o e Maicon in fase offensiva semplicemente immarcabili. Nel secondo tempo la Roma che (non) t'aspetti. Una squadra involuta, incapace di creare un'azione che è una si porta sotto fino al 4-1. Prima un'errata valutazione del movimento sul fuorigiuoco da parte di Burdisso libera Pazzini in area di rigore: lo stesso argentino combina il patatrack, intervenendo da dietro in area sul Pazzo. Rigore ed espulsione. Eto'o calcia molto bene alla destra di Bertagnoli, che intuisce ma non prende. Pochi minuti ennesima percusione di Maicon, cross per Eto'o che di testa serve Thiago Motta solo in area di porta cbe non se lo fà dire due volta e insacca pel 4-1. Per noi è notte fonda. Ma la forza della disperazione molto può e, con gli ingressi di Taddei, Greco e Loria la Roma, sia pur in inferiorità numerica, riesce inaspettatamente a rientrare in partita. Prima una punizione di De Rossi deviata d'astuzia da Vucinic sembra rendere meno amara l'amarissima trasferta Meneghina, indi poscia, al 35esimo della ripresa, su corner e seguente batti ribatti è bravo Loria, al suo esordio stagionale, a insaccare il goal della speranza. A questo punto la Roma parte lancia in resta alla ricerca del pareggio miracolo (e a onor del vero immeritato), esponendosi, però, ai micidiali contropiede nerazzurri. Julio Sergio si riscatta, parando anche l'impensabile, sempre d'istinto, dimostrando, almeno dal punto di vista delle parate istintive, d'esser bravino. Ma in avanti le idee (e Borriello in primis) latitano, non essendoci idee non c'è ariosità di manovra e le distanze tra attacco e centorcampo sono sempre troppo lunghe, così al 44esimo sull'ennesimo contropiede culminato con l'ennesimo batti ribatti in area di porta l'Inter con Cambiasso trova il goal del definitivo 5-3 e del nostro definitivo addio a sogni scudettati. Nel finale di partita Ranieri si dirà soddisfatto, mentre Rosella Sensi, preoccupata per l'andamento che ha visto la Roma fare un punto in due partite, ha auspicato che non venga buttato a mare quanto di buono abbia fatto la sua Roma. Intanto dagli States arrivano rumors circa la preoccupazione della (probabile) nuova dirigenza circa la classifica romanista che, adesso, vedrebbe la compagine giallorossa persino fuori dall'Europa League.

venerdì 4 febbraio 2011

Inter-Roma. L'arbitro.

Paolo Tagliavento di Terni. Nato il 19 Settembre 1972. Esordio in serie A datato 18 Maggio 2004, in Chievo-Bologna. Viene coinvolto in calciopoli, ma completamente scagionato.
Putroppo l'ultimo precedente non ci arride, in quanto risale allo 03 Ottobre 2010 allorquando perdemmo 2-0 contro il Napoli a Napoli. Fino a quella partita Tagliavento era il nostro arbitro "talismano", infatti non ne aveva persa nemmeno una!

Inter-Roma. Il precedente.

Quella che và conchiudendosi verrà ricordata come quella "degli americani"! Giovedì 03 Febbraio 2011, al termine di una seduta prevista come "interlocutoria", si è usciti con la definizione di "migliore" relativa all'offerta presentata dal gruppo presieduto da Thomas Di Benedetto. Alcune fonti giornalistiche già parlano di Roma agli statunitensi, c'è, persino, chi si è sbilanciato in organigrammi: ritorno di Franco Baldini, arrivo di Sabatini, arrivo di Zeman pel settore giovanile. Insomma la fantasia vola. Registriamo, intanto, come da ADN Kronos (leggasi Pippo Marra) abbia già preannunciato persino i tempi: in poche parole la Roma, secondo l'ADN, dovrebbe diventare statunitense, al più tardi, il 16 Marzo prossimo. ASPETTIAMO.
Tornando a venti maggiormente "vicini" ci aspetta quella che negli ultimi anni fu la sfida scudetto per antonomasia. L'Inter "lamenta" l'assenza di Chivu, squalificato per 4 giornate dopo il pugno in faccia e alla traditora dato dall'ex romanista al barese Rossi nel posticipo dell'infrasettimanale vinto dai nerazzurri in Puglia per 3-0. Noi, invece, lamentiamo l'assenza di Mexes squalificato per due turni a seguito degli insulti che AVRBBE rivolto al quarto uomo al termine di Roma-Brescia. Evidentemente un vaffa vale mezzo pugno in faccia... la prossima volta conviene dare uno schiaffo! Registriamo, invece, il dietrofront della Lega in merito alle bestemmie: a Palermo Buffon ha palesemente sacramentato l'Altissimo in faccia alla telecamera e non ha subito alcuna sanzione.
La memoria del match di Domenica sera ci riporta indietro in un'epoca, anch'essa, di passaggio di consegne: era il 29 Aprile 1979 e la Roma era purtroppo impelacata nella lotta per non retrocedere. Sembrava, la trasferta di San Siro, una di quelle partite già segnate. Con le dirette antagoniste per la lotta per non retrocedere (Avellino, Vicenza e Bologna) impegnate in impegni più abordabili, per la Roma una sconfitta avrebbe significato l'impossibilità, nelle successive due giornate (Atalanta in casa e Ascoli in trasferta) di essere padrona del proprio destino. Invece il destino quella domenica avrebbe fatto scendere in campo una squadra con più di qualcuno che nei 4 anni successivi avrebbe fatto una scalata impressionante fino allo scudetto, Di Bartolomei e Pruzzo su tutti. Fu proprio il Bomber al 26esimo a sbloccare il risultato, a dare alla Roma il vantaggio necessario come l'ossigeno. De Nadai 10 minuti dopo avrebbe raddoppiato. Solamente al 70esimo Altobelli dimezzerà lo svantaggio su rigore. Nelle ultime due giornate la Roma avrebbe raccolto due pareggi, il primo drammatico in casa con l'Atalanta e il secondo a reti bianche ad Ascoli Piceno, contro i marchigiani ai quali serviva ugualmente un punto. Ma questa fu un'altra storia, sperando di non doverla vivere più!

mercoledì 2 febbraio 2011

Roma-Brescia 1-1

Se i potenziali compratori dovessero basarsi su questa partita probabilmente ritirerebbero le offerte presentate a Unicredit. Una Roma troppo brutta per essere vera lascia sui prato dell’Olimpico due punti fondamentali per la rimonta sul Milan. PRIMO TEMPO Per novanta minuti bisogna mettere da parte arabi e americani perché battere il Brescia è questa sera cosa ben più importante. Il pareggio tra Milan e Lazio offre su un piatto d’argento la possibilità per gli uomini di Ranieri di ridurre il gap rispetto ai rossoneri. Il turn-over della Roma prevede in campo il trio pesante Totti-Borriello. Vucinic con Menez che comincia dalla panchina. Nel Brescia un problema degli ultimi minuti toglie dalla sfida il portiere Sereni; al suo posto gioca Arcari. Nei primi dieci minuti non succede nulla, tranne un tentativo disperato di Diamanti che da quaranta metri cerca di metter paura a Julio Sergio ma invano. La Roma cerca di spingere sulle fasce con le incursioni di Riise ma la manovra è lenta ed impacciata ed il Brescia si chiude bene. Le rondinelle, poi, si fanno vedere dalle parti di Julio Sergio almeno un paio di volte rimediando un calcio d’angolo. Il primo quarto d’ora passa senza nessun acuto dei tre tenori d’attacco giallorossi. Anzi, fino al 26’ Arcari non si sporca nemmeno i guanti., mentre il Brescia insiste con conclusioni che vanno lontano dallo specchio della porta. La partita è noiosissima tanto che dagli spalti si comincia a spostare l’attenzione sul tema della cessione della società, con cori anti-Angelucci cominciati in Nord (con tanto di striscione) e proseguiti in Sud. Poi al 33’, da un’iniziativa di Cassetti, nasce una mischia nell’area bresciana che crea un parapiglia risolto in angolo da una deviazione di Zemina. Al 36’ ancora Cassetti, questa volta con una conclusione a rete, impegna Arcari in una parata difficile in angolo. Poi ancora Roma con Juan che di testa sfiora la traversa. La Roma cresce e lo si vede con un paio di spunti di Totti accompagnati dagli applausi dei tifosi. Per il resto poca roba e al fischio Ranieri lascia negli spogliatoi Simplicio e manda in campo Menez, tentando il tutto per tutto. Al 52’ Vucinic ci prova ma coglie solo la parte alta della traversa. Poi da un calcio d’angolo nasce un’occasione provocata da un tiro potente rasoterra di Totti con Arcari che para in doppia presa. Da Verona arriva la notizia che il Chievo vince 2-0 sul Napoli, ed in campo aumenta il ritmo di gioco della Roma, anche se le idee scarseggiano. Sembra la trama di un film già visto in passato, con la Roma che si lascia sfuggire le occasioni d’oro. Ma la 58’, come al solito, ci pensa lui Marco Borriello che approfitta di un pallone che ristagna al centro dell’area piccola bresciana per spedirlo alle spalle di Arcari: 1-0. Il risultato è da mettere presto in cassaforte e così Totti al 62’ cerca di farlo su punizione ma la conclusione si stampa sulla traversa ad Arcari battuto. Iachini corre ai ripari e manda in campo Lanzafame al posto di Cristiano Zanetti, e dopo 2 minuti Eder lo ripaga con un colpo di testa che supera Julio Sergio regalando il pareggio alle rondinelle:1-1. La Roma accusa il colpo e dopo un minuto ancora il Brescia vicino al gol con una conclusione di Lanzafame. Iachini cambia ancora le carte sul tavolo togliendo Eder e inserendo Possanzini. La Roma spinge sull’acceleratore ma in modo confuso. C’è la foga di trovare il gol della vittoria ma il Brescia si chiude bene e lascia poco spazio. L’ingresso nella ripresa di Menez non ha inciso come ci si aspettava. Il Brescia addirittura sfiora il colpaccio con Lanzafame che in contropiede colpisce la traversa piena a Julio Sergio battuto. Il sangue dei tifosi romanisti si gela e non per il freddo.




martedì 1 febbraio 2011

Roma-Brescia. L'arbitro.

Andrea De Marco. Nato a Genova il 21 Maggio 1973. Fu il primo arbitro che ci capitò dopo lo scoppio di Calciopoli (Ultima della stagione 2005/06, Milan-Roma). In quel match si mise in luce regalando due rigori al Milan, rigori che permisero ai rossoneri di batterci, nonostante il pareggio di Mexes....
L'ultimo precedente risale a due stagioni orsono allorquando battemmo il Milan a San Siro per 3-2 grazie ai goals di Riise, Mènez e Totti. Quella vittoria, nel giorno dell'addio al calcio di Palo Maldini, ci permise d'entrar matematicamente nell'Europa League della stagione seguente, la scorsa oggi.

Roma-Brescia. Il precedente.

C'è un arabo, un francese, due americani e un italiano... no, non è l'inizio di una barzelletta, ma è la lista definitiva degli offerenti vincolati presentata il 31 Gennaio 2011 all'Advisor Rotchild. Il fondo francese è il meno probabile, in quanto definito da fonti prossime a Unicredit "Folkloristico" (certo sarebbe interessante capire perchè una persona giuridica decida di muoversi per ragioni di folklore!), gli arabi sono gli stessi soci di Unicredit, detentori del 40% del capitale della banca. Per quanto abbiano fatto l'offerta maggiore sono assolutamente poco credibili: sembrano i classici compari messi lì per far alzare la posta. Poi ci sono gli americani: da una parte il fondo gestito da Di Benedetto. Per lui Unicredit è arrivata fino a New York, gestisce i Boston Red Sox, e, insieme ad altri soci, vive di intrattenimento legato allo sport; dall'altra parte altri americani non ben chiari: sembra che di mezzo ci sia persino l'egiziano Sawiris, ex proprietario della Wind (main sponsor della Roma), attualmente socio di minoranza della compagnia telefonica entrata in orbita russa; da non dimenticare come l'Egitto sia attualmente in piena rivoluzione anti Mubarak, imbarcarsi con gli egiziani ora dà l'idea di un salto nel vuoto. I soliti "ben informati" sostengono come questa sia una candidatura "fatta in casa", direttamente da Rosella Sensi che rimarrebbe, inizialmente, come presidente onorario, salvo poi riprendere il controllo effettivo della società. Và detto che se le riesce è un autentico capolavoro! Infine c'è l'italiano, il temuto Giampaolo Angelucci, figlio di un senatore dell'asfittico PDL, re delle cliniche romane, pluri indagato e pluri inquisito, ex editore di "Il Riformista" e Libero". Insomma un imprenditore (quasi) alla canna del gas: ha presentato l'offerta minore, ma nelle condizioni di valutazione dell'acquirente c'è il "grimaldello", in quanto non verrà presa in considerazione l'offerta quantitativamente maggiore, ma anche (e soprattutto) quella qualitativamente migliore. Insomma la vlautazione non avverrà su semplici parametri oggettivi e vincolanti. La sensazione è di un cetriolone in arrivo, con conseguenti e devastanti strascichi giudiziari. Insomma se dovesse rivelarsi una barzelletta, nella quale vince l'italiano apparentemente più sprovveduto, alla fine non riderà nessuno!!
Tornando al campo, la serie "A" ci propone un turno infrasettimanale,primo giorno conj le rose definitive. La Roma non ha concluso alcuna operazione in entrata e in uscita registriamo le partenze di Julio Baptista e Cicinho. Il Milan si è indebolito andando a prendere all'ultimo minuto Nicola Legrottaglie, mentre la Juventus si è svenata per Matri del Cagliari. Già metabolizzata la cessione di Pazzini volta Inter. Occhio che la Sampdoria rischia una clamorosa retrocessione: ceduti Pazzini, Cassano e Marilungo, arrivati Macheda, Maccarone e Corradi!! Il prossimo avversario della Roma è il Brescia del rientrante Iachini al posto del fresco di esonero Beretta. La memoria del natch ci riporta indietro di sette anni o poco più. Era la seconda giornata della stagione 2003/04; per l'ultima volta la Roma avrebbe fatto una buona partenza, nell'ultima stagione romanista di Capello (sarà un caso?). Dopo la bella e sbalorditiva vittoria di Udine all'esordio la Roma scende in campo a Brescia con i neoacquisti Mancini, Carew e Chivu. Difronte a un Brescia allenato da De Biasi (che la settimana precedente aveva definito Totti un cascatore) e imbottito di giocatori buonissimi: Brighi, Mauri, Petruzzi, Di Biagio, Dainelli e Matuzalem la Roma sfodera una grinta da lupi e si divora letteralmente i leoncini lombardi: all'undecimo Montella, poi Chivu su punizione, doppietta di Totti (indimenticabile il secondo goal, un pallonetto da fuori area semplicemente perfetto) e in chiusura rigore di Carew fissarono il risultato su un rotondo 5-0 per noi!!