
La situazione si stà facendo complicatissima: le contemporanee vittorie odierne di Fiorentina (in casa 1-0 col Siena, non meritando) e del Genoa (in casa 2-0 con l'Udinese, aiutata da Ayroldi, annotare please) ci stanno relegando a un tristissimo sesto posto, con cinque punti di ritardo dai grifoni e tre dai gigliati. Per una squadra partita e quotata con ben altre ambizioni il tutto ha il sapore amaro di una disfatta. Oltretutto nella stagione che può, non a torto, definirsi del dopo calciopoli, ammantando del sospetto della solitudine i precedenti e meritatissimi secondi posti conseguiti nel biennio 2006/08. Purtroppo la società è stata SEMPRE chiarissima: il mercato della Roma dipende esclusivamente dai risultati e gli incassi conseguiti dalla squadra in campo. Quindi un non ingresso nella prossima Champions League significherebbe dover cedere almeno due dei giocatori con maggior mercato. Nella vulgata tutto ciò verrebbe visto come una disfatta totale, purtroppo, più passa il tempo, più mi convinco che non sia necessariamente una disfatta. Mi spiego: la Champions, pur regalando notevole visibilità, prestigio e soldi, assorbe una quantità immane di risorse tecnico-psichiche; richiede, comunque, una rosa vastissima, con conseguente aggravio di spese, e non garantisce alcunchè, in quanto, sin dal girone eliminatorio, non mette mai investimenti onerosi, al riparo da brutte sorprese; storicamente la Roma, ogni qualvolta abbia avuto la necessità di "rifondarsi" e ripartire da quasi zero ha regalato al proprio pubblico stagioni divertenti e ricche di soddisfazioni: a memoria ricordo le annate 1987/88, 1989/90 e, per continuità, 1990/91, 1994/95, 1997/98 e la recente 2005/06. Iniziate con campagne acquisti non da tutti ritenute all'altezza, si dimostrarono stagioni al di sopra delle più rosee aspettative. Ecco, forse, una mancata qualificazione Champions potrebbe essere una ghiotta occasione per riuscire a risolvere qualche equivoco, riuscendo persino a monetizzarlo; purtroppo chi scrive ha ancora negli occhi e nella memoria le occasioni perdute di far fare qualche soldo alla Roma cedendo giocatori palesemente alla frutta, ma tenuti per affetto: Batistuta, Carboni, Petruzzi, Fonseca, Balbo, Giannini, Moriero... Ecco, qualora la Roma dovesse non arrivare quarta, avrebbe l'occasione per farsi pagare qualcuno che quì sembra stia iniziando a fare il suo tempo: Taddei, Mexes, Doni, Panucci (un caso a parte), Baptista, Menez, Vucinic, Pizarro, Aquilani, Cicinho, Juan. Persone che, a loro modo, stanno dimostrando come a Roma e alla Roma non possano dare molto di più di quanto abbiano dato finora. Purtroppo le loro occasioni le hanno avute per vincere il campionato e per pensare concretamente alla finale di Champions, le hanno sprecate. Certo lo scudetto dell'anno scorso ci fu letteralmente biscottato dall'Inter, ma la colpa che non perdonerò MAI a quella squadra fu quella di essersi messa nelle condizioni di farselo rubare: non ci si riduce sull'1-0 in casa col Livorno a dieci minuti dalla fine, non ci si fà infilare due goals in un quarto d'ora dall'Empoli, negli scontri diretti, se capita un'occasione per segnare, bisogna farlo, non si può pensare che potrebbe ricapitare.... Così come la Champions di quest'anno: molto probabilmente se Vucinic avesse segnato quel rigore avremmo pescato, come successo all'Arsenal, l'abordabile Villarreal, al 99% avremmo impattato sulla prossima inglese, tutto giusto, ma in Champions League, agli ottavi di finale, il goal che si è mangiato Julio Baptista non lo si sbaglia. Senza se e senza MA! Ricordiamo tutti la nazionale azzurra che vinse i mondiali nel 2006, non era certamente quella maggiormente tecnica di tutta la competizione: il Brasile del football hip hop di Romaldinho e Kakà, l'Argentina talento e fisico di Tevez&C.. la Francia, la Germania, l'Inghilterra: tutte messe in fila da Cannavaro, Buffon, Totti, De Rossi, Pirlo certo, ma anche da Iaquinta, Perrotta, Gattuso, Materazzi, Grosso...gente con i piedi letteralmente fucilati, castigati da madre natura, ma con due palle grosse come cocomeri. Chi si scorda come Cannavaro, ma anche Materazzi avessero deciso di non mollare nemmeno un millimetro di campo, nemmeno quello che sembrava il meno pericoloso, in quell'epica semifinale con la Germania? Ecco la Roma, a differenza di altre squadre, Juventus in testa (mi costa fatica dirlo) ha questa mancanza che adesso sta pagando: a parte qualche giocatore (i tre campioni del mondo che vanno tenuti a prescindere, più Motta, Riise, Cassetti, Brighi e forse basta) ha persone caratterialmente comprimarie, incapaci di mordere le caviglie. Il risultato è che basta un Poulsen o un Mellberg qualsiasi, che sono veramente due giocatori qualsiasi, un po' più famelici del solito che la Roma si scioglie come neve al sole. Ciò non toglie che per le prossime dieci giornate dobbiamo tifare tifare e tifare ancora, sperando nel miracolo.
A seguire le partite che mancano a Genoa (51 pt) Fiorentina (49 pt) e Roma (46 pt)
05 Aprile
Roma-Bologna
Atalanta-Fiorentina
Reggina-Genoa
11 Aprile
Lazio-Roma
Fiorentina-Cagliari
Genoa-Juventus
19 Aprile
Roma-Lecce
Udinese-Fiorentina
Genoa-Lazio
26 Aprile
Fiorentina-Roma
Bologna-Genoa
03 Maggio
Roma-Chievo
Fiorentina-Torino
Genoa-Sampdoria
10 Maggio
Cagliari-Roma
Atalanta-Genoa
Catania-Fiorentina
17 Maggio
Roma-Catania
Firentina-Sampdoria
Genoa-Chievo
24 Maggio
Milan-Roma
Lecce-Fiorentina
Torino-Genoa
31 Maggio
Roma-Torino
Fiorentina-Milan
Genoa-Lecce
Ultima nota a margine: come avete notato il Genoa ha chiuso con gli scontri diretti. La situazione è questa: con la Roma ha vinto in casa 3-1, ma ha perso 3-0 in trasferta, con la Fiorentina ha perso in trasferta 1-0 e pareggiato 3-3 in casa. Questo vuol dire che allo stato attuale è padrona del proprio destino, ma deve fare per forza un punto in più di tutte e due, ma che, soprattutto, la Roma deve non perdere a Firenze (o almeno perdere con non più di un goal di scarto, segnando almeno una rete) per poter arrivare quarta in caso di arrivo a pari merito.